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Cosa c'entrano i Milli Vanilli con i fratelli Menendez

La serie Netflix del momento riporta in classifica il duo-truffa degli Anni '80.
Cosa c'entrano i Milli Vanilli con i fratelli Menendez

1988. Un duo scala le classifiche degli Stati Uniti (prima) e del mondo intero (poi) con una hit intitolata “Girl you know it’s true”. Si chiamano Milli Vanilli. Fab Morvan e Rob Pilatus sono due ragazzi affascinanti, con un fisico statuario, una presenza scenica notevole. In una manciata di mesi grazie a hit come la stessa “Girl you know it’s true”, “Baby don’t forget my number”, “Girl I’m gonna miss you” e “Blame it on the rain” scaleranno le classifiche planetarie, vendendo oltre 40 milioni di copie tra dischi e singoli e vincendo pure il Grammy Awards nel 1990 come “Miglior artista esordiente”: un incantesimo che si spezzerà improvvisamente, quando si scoprirà che i Milli Vanilli sono una truffa bella e buona, che Morvan e Pilatus sono in realtà due figuranti manipolati dal produttore Frank Farian, che quelle non sono le loro vere voci. Gli sarà pure ritirato il Grammy, cosa mai successa nella storia della musica, e i due saranno condannati all’oblio.
2024. Gli Stati Uniti e il mondo intero riscoprono i Milli Vanilli. E il duo riemerge dall’oblio tornando addirittura in classifica. Il merito non è di TikTok, ma di una serie tv. È “Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez”, la serie Netflix del momento: diretta da Ryan Murphy, racconta la vita dei fratelli Menendez, condannati per il brutale omicidio dei genitori avvenuto a Beverly Hills. Che c’entrano i Milli Vanilli? Semplice: la storia, vera, è ambientata nel 1989, quando il duo era all’apice del successo. E le hit dei Milli Vanilli rappresentano il cuore della colonna sonora.

Grazie a “Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez” il catalogo dei Milli Vanilli sulle piattaforme di streaming sta registrando picchi di streams mai visti. “Blame it on the rain” e “Girl I’m gonna miss you” sono spuntate pure nella classifica delle canzoni più virali su TikTok pubblicata da Billboard, che riporta dati interessati relativi al boom delle hit dei Milli Vanilli sulle piattaforme. Gli streams di “Blame it on the rain” sono cresciuti del 68%, quelli di “Girl you konow it’s true” del 32,5%. Quelli di “Girl I’m gonna miss you” addirittura del 258%: nella serie è suonata da uno dei due fratelli killer, Lyle, interpretato da Nicholas Alexander Chavez (a interpretare l’altro fratello, Erik, è invece Cooper Koch), al funerale dei due genitori, inquietando tutti i presenti, prima dell'arresto. Le cronache dell’epoca riportano che diverse canzoni dei Milli Vanilli, che nel 1989 erano il fenomeno discografico del momento negli Usa, furono davvero suonate al funerale dei coniugi Menendez. Non meno inquietante è la scena in cui i due fratelli cantano “Blame it on the rain” in macchina dopo aver acquistato i fucili per compiere il crimine. I Milli Vanilli compaiono a più riprese nella colonna sonora, come se la loro musica fungesse da coro greco che narra la tragedia familiare. Nella scena finale, ad esempio, i fratelli vengono condannati all’ergastolo, in prigioni separate: Lyle ed Eric si scambiano un ultimo momento di contatto visivo mentre i furgoni li portano via: in sottofondo c’è la stessa "Girl I'm gonna miss you”.

Quello dei Milli Vanilli fu un vero e proprio scandalo, che fece scalpore. A svelare tutto quanto fu chi quella truffa la progettò, ovvero il produttore Frank Farian. Detentore del copyright del nome Milli Vanilli, scocciato dalle pretese di Fab Morvan e Rob Pilatus di cantare per davvero in quello che sarebbe stato il successore dell’album “Girl you know it’s true”, il produttore convocò nel novembre del 1990 una conferenza stampa a Monaco e confessò la frode: i due erano perfetti per come si muovevano, ma la voce non era adatta, così aveva pensato bene di dare al duo altre voci, quelle di tre talentuosi cantanti r&b americani residenti a Monaco, Charles Shaw, Brad Howell e John Davies (quest’ultimo è morto nel 2021 per complicazioni legate al Covid).

Lo scandalo ebbe conseguenze sulle vite dei due performer. Nel 1998 Pilatus morì prematuramente, a soli 32 anni, a causa di un’overdose: “Questo documentario mi permetterà di chiudere un capitolo doloroso della mia vita”, ha detto invece Fab Morvan, che oggi ha 59 anni, rintracciato lo scorso anno da Luke Korem per un documentario dedicato alla storia del duo. “Milli Vanilli” è stato distribuito in esclusiva dalla piattaforma di streaming Paramount+, ma non ha sortito chissà quali effetti sul catalogo del duo. Non l’ha avuta neppure il biopic “Girl you know it’s true”, diretto dal tedesco Simon Verhoeven e uscito negli Usa ad agosto, in cui a interpretare Morvan e Pilatus sono stati il tedesco Tijan Njie e il francese Elan Ben Ali. Forse ora i tempi sono maturi per la rivincita agrodolce della truffa più grande del pop.

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