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Yof, un Tiziano Ferro per la Generazione Z

Ha solo 21 anni, ma sta ridefinendo i linguaggi musicali con la maestria di un artista navigato.
Yof, un Tiziano Ferro per la Generazione Z
Credits: Stefano Simone

Schiacci “play” e parte una ritmica swing dalle sfumature funk e soul, che sembra uscire fuori da un disco dei primi Anni Duemila. “Potrei volare da te, partire senza un perché, tornare a casa a fette anche se non è facile”, canta, con il suo timbro black, Yof nei primi versi di “Apollo 12”. Yof è il nome d’arte di Mattia Galbiati, cantautore romano classe 2003 che nonostante abbia solo 21 anni sta ridefinendo i linguaggi musicali con la maestria di un artista navigato. Autore, compositore, produttore, cantante e polistrumentista, con il suo talento vulcanico si ispira tanto ai pilastri della black music d’oltreoceano quanto agli artisti internazionali del movimento Nu-Soul come Jordan Rakei, Tom Misch e Jack Garratt.

“Apollo 12” è il singolo che di fatto segna il suo esordio discografico ufficiale come solista dopo alcune sperimentazioni e dopo essere entrato nel roster di Cézame Music Agency e Solid Records. Il pezzo è un mix perfetto di modernità e storia: influenze che fondono produzioni contemporanee con uno sguardo al soul americano di un'epoca passata, evocando suggestioni alla Silk Sonic (il progetto di quei due geni Bruno Mars e Anderson Paak) e il feeling di Bill Withers, ma reinterpretate da Yof con freschezza e ingegno. Il tutto filtrato, se volete, dal Tiziano Ferro degli esordi, quello di “Rosso relativo” e “111”. Un lavoro che non solo si adatta ai tempi, ma li anticipa con audacia.

Yof canta, fa i cori, suona la chitarra acustica, la chitarra elettrica, il basso elettrico, le tastiere e le programmazioni, oltre a firmare la produzione del brano. Gli arrangiamenti sono ricchi di dettagli: la profondità del funk nelle linee di basso, le influenze jazz e soul nelle chitarre e i groove di batteria contemporanei. Il brano invita a vivere avventure fidandosi l’uno dell’altro, esplorando la vita con leggerezza e sincerità: “L’ho scritto per catturare l'attenzione della ragazza più ambita. Con un approccio un po’ maldestro tra ironia e sincerità voglio farle capire che io non sono come gli altri, e che di me si può fidare. L'idea di portarla sulla Luna è la determinazione assoluta nel cercare di conquistarla”, racconta lui.

Ex allievo del St. Louis College of Music, una delle accademie più importanti della Capitale, Yof si sta affermando a piccoli passi nella scena Nu-Soul italiana: recentemente ha collaborato alla produzione del nuovo disco di Ainè, uno dei protagonisti del circuito. “Apollo 12” è solo l’inizio di un viaggio musicale che si svilupperà con l’uscita del suo primo Ep, a novembre. E scommettiamo che questo viaggio sarà lunghissimo?

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