As1one: la storia degli One Direction israelo-palestinesi
Le vecchie volpi del music business che sono dietro l’operazione, Ken Levitan e James Diener, manager che hanno scoperto e aiutato a scalare le classifiche gruppi come i Maroon 5 e i Kings of Leon, avevano immaginato il gruppo come una versione mediorientale dei Bts o degli One Direction. Nel tentativo di crearla, i direttori del casting israeliani e palestinesi hanno tenuto audizioni nelle principali città e nei piccoli villaggi di tutta Israele nel corso del 2021: un migliaio di ragazzi si sono presentati all’audizione. Alla fine ce l’hanno fatta in sei: Sadik Dogosh, 20 anni, palestinese di Rahat; Neta Rozenblat, 22 anni, ebreo cresciuto a Tel Aviv (ex concorrente della versione israeliana di X Factor); Aseel Farah, 22 anni, originario di Haifa; Nadav Philips, 23 anni, israeliano di Tel Aviv con un debole per Mariah Carey; Niv Lin, 22 anni, ebreo israeliano originario delle zone a sud di Israele (anche lui ha partecipato ad X Factor); e Ohad Attia, 22 anni, ebreo israeliano nato e cresciuto a Tel Aviv. Così sono nati gli As1one, la prima boy band composta da membri per metà israeliani e per metà palestinesi. Il gruppo, che da un anno vive a Los Angeles, negli Stati Uniti, ha appena esordito con un singolo, “All eyes of us”, realizzato nientemeno che con Nile Rodgers, inciso nei leggendari Abbey Road Studios di Londra. È solo l’antipasto di un progetto più ampio, destinato a conquistare l’attenzione dei media internazionali.
Le menti dietro l’operazione assicurano che gli As1one non sono un tentativo per speculare su una tragedia come il conflitto israelo-palestinese. Del resto già nel 2022 in un’intervista concessa a Variety Levitan e Diener fecero sapere di essere al lavoro su un progetto musicale che nei loro piani avrebbe dovuto mettere insieme ragazzi arabi e israeliani: “Perché Israele? Perché abbiamo pensato che ciò che i talenti locali avevano da dire musicalmente non aveva avuto davvero una possibilità sulla scena mondiale”. Belli e palestrati, Sadik Dogosh, Neta Rozenblat, Aseel Farah, Nadav Philips, Niv Lin e Ohad Attia sembrano modelli di Abercrombie & Fitch (ricordate quando negli Anni Duemiladieci, mentre gli 1D spopolavano con le loro hit, tra le teenager andava di moda farsi le fotografie con i ragazzoni con addominali in bella vista dentro i negozi della catena?).
La nascita del gruppo è stata filmata dalle telecamere sin dal giorno zero, passando per la fase finale del processo di audizione (a Neve Shalom, un villaggio israeliano fondato nel 1969 da ebrei e arabi israeliani per dimostrare che i due gruppi lì potevano vivere insieme in pace) e il viaggio verso Los Angeles. Ken Levitan e James Diener hanno arruolato anche uno psicologo, non solo per assicurarsi che i potenziali membri fossero mentalmente preparati per l'impegnativo programma di lavoro che li attendeva, ma anche per valutare se si sarebbero adattati bene alla dinamica unica del gruppo misto. “C'erano ragazzi con cui volevamo lavorare, ma quando la loro comunità e i loro genitori hanno realizzato come sarebbe stato il gruppo, non hanno più supportato il progetto, quindi abbiamo perso alcuni potenziali candidati davvero validi”, ha spiegato a Billboard James Diener.
Quando sono arrivati negli Usa era il 6 ottobre 2023. La guerra sarebbe scoppiata il giorno successivo e i ragazzi l’avrebbero vissuta solo attraverso le immagini sui social. Entro la fine dell’anno Paramount+ pubblicherà una docuserie in quattro episodi che racconterà il percorso e le lotte personali dei sei ragazzi: l’ha prodotta James Carroll (“Waco: American Apocalypse”, “Night Stalker: The Hunt for a Serial Killer”). “Ma non è in alcun modo un reality. Questo è qualcosa di molto più riflessivo e cinematografico”, sottolinea Ken Levitan. Dopo aver procurato al gruppo un contratto discografico con l’etichetta di Nashville Thirty Tigers, i due manager hanno messo a disposizione degli As1one hitmaker come Jenna Andrews, Stephen Kirk, Jason Evigan, Justin Tranter: tutta gente dietro ai successi dei Bts, dei Maroon 5, di Justin Bieber, degli Imagine Dragons e pure dei “nostri” Maneskin. L’album che uscirà nei prossimi mesi - promettono loro - celebrerà il potere della musica come mezzo per superare le barriere di tutti i tipi.