Hackett: "Dice Banks che io mantengo viva l'eredità dei Genesis"

L'ex chitarrista della band inglese ha parlato del periodo di “The Lamb Lies Down On Broadway”

Da quando ha lasciato i Genesis nel 1977, il chitarrista Steve Hackett si è creato una propria identità musicale che amalgama suoni di diversi generi musicali ma non ha mai perso di vista il periodo trascorso con la band inglese. Anche nell'ultimo tour Hackett ha seguito per comporre il proprio set questo canovaccio: canzoni dal suo repertorio solista e brani di un dato periodo dei Genesis, in questa occasione l'album che sta proponendo dal vivo il 74enne chitarrista londinese è “The Lamb Lies Down On Broadway”, pubblicato nel 1974, l'ultimo disco con Peter Gabriel in formazione.

Qui a seguire riportiamo una parte dell'intervista (la parte in cui parla dei Genesis) di Dave Ling di Classic Rock a Steve Hackett.

Ora che i Genesis non esistono più, se qualcuno ti considerasse il curatore non ufficiale della loro eredità, come ti sentiresti?

"Il cappello del curatore del museo è in gran parte frutto delle mie stesse idee. Adoro lucidare quelle vecchie opere. Spalla a spalla con gli altri Genesis, ho sudato sangue per realizzarle e sono estremamente orgoglioso che siano diventate una sorta di modello per il modo in cui è stata creata la musica prog."

Qualcuno degli altri ex membri dei Genesis ti ha dato un feedback su questi tuoi tour a tema, che sia positivo oppure negativo?

"Stranamente è arrivato dalla fonte meno probabile. Tony Banks ha detto un paio di volte che sono io quello che mantiene viva l'eredità. Mi piace pensare che quello che ho fatto (con i tour a tema, ndr) è creare un modello che consenta agli artisti di rivisitare il loro materiale più vecchio ma anche di mantenere le cose fresche. Anche Dave Mason (ex membro dei Traffic, ndr) lo ha fatto. Ogni membro di qualsiasi band ha il diritto di riaprire il libro di storia e dire: 'Questo è quello che sto facendo. Ecco la roba vecchia e quella nuova'. Il meglio di entrambi i mondi.”

Come doppio album concettuale, per sua stessa natura 'The Lamb' è, per alcuni, un album dei Genesis molto "difficile". In un libro sull'era della band con Peter Gabriel, scritto da Mario Giammetti, hai raccontato che è stata un po' dura trovare nel disco dello spazio per la tua chitarra.

“Sì, ma “Selling England By The Pound” (il disco del 1973 precedente “The Lamb Lies Down On Broadway”, ndr) era stato in gran parte modellato dalla chitarra. 'The Lamb' è stato un album difficile, perché stavamo perdendo il nostro cantante (Peter Gabriel, ndr), che era stato in gran parte il responsabile del successo della band. Inoltre stavamo tutti invecchiando. Non eravamo più un gruppo di ragazzi promettenti. (...) Perdere qualcuno della statura di Peter è stato molto preoccupante, il che ha spinto molti di noi ad andarsene per fare progetti solisti. È stato un momento spartiacque per la band, in cui la nostra esistenza fu fortemente minacciata.”

Quindi tornare a quello stato mentale del 1975 è in qualche modo agrodolce?

“Quei ricordi sono molto contrastanti. Ma la mia opinione è che prendere il meglio di 'The Lamb' può resistere a qualsiasi critica all'album. Penso che sia la cosa giusta da fare.”

Steve Hackett sarà in concerto in Italia con il tour “Genesis Greats - Lamb Highlights & Solo” per cinque concerti: il 31 ottobre all'Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia di Roma; l'1 novembre al Teatro EuropAuditorium di Bologna; il 2 novembre al Gran Teatro Geox di Padova; il 4 novembre al Teatro dal Verme di Milano e, infine, il 5 novembre al Teatro Colosseo di Torino.

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