Wisborough Green è un villaggio di poco più di mille anime del West Sussex, nelle campagne inglesi, situato 60 chilometri a sud di Londra. Da alcuni anni, poco fuori da quel villaggio, vive David Gilmour con la sua famiglia. I Gilmour occupano una vasta fattoria, una proprietà che comprende anche un vecchio fienile, utilizzato dal chitarrista come sala prove. È lì che è iniziato la storia che ha portato a “Luck And Strange”, ill suo nuovo album solista, il primo in 9 anni, in uscita il 6 settembre, che abbiamo ascoltato in anteprima.
Un disco sorprendente: il capolavoro musicale della carriera solista dell’ex Pink Floyd?
Dalle jam in un fienile al “Luck and strange”
Quella fattoria non è certo il luogo climaticamente più accogliente dove ritrovarsi a suonare nel gelido inverno inglese: nel gennaio 2007 si ritrovano in quello spazio David Gilmour e Richard Wright, due membri storici dei Pink Floyd, il bassista Guy Pratt e il batterista Steve DiStanislao. Qualche mese prima i quattro musicisti avevano suonato insieme in occasione del tour che proponeva “On An Island”, l’album solista di Gilmour che arrivava 22 anni dopo il precedente “About Face” (1984). Il tour del 2006 proponeva l’intero nuovo disco del chitarrista, offrendo al pubblico una ghiotta selezione di alcuni classici dei Pink Floyd.
Ci sono alcuni filmati delle session registrate nel 2007 nel freddo fienile, con i musicisti che indossano maglioni di lana, circondati da stufe elettriche e qualche tazza di tè caldo per riscaldarsi. La musica suonata in quei giorni è però piena di calore e di vibrazioni. Le “Barn Jam”, come le ha intitolate Gilmour, sono piccoli gioielli musicali pieni d’ispirazione. I musicisti improvvisano, seguendo una determinata sequenza di accordi o un’idea musicale e quando c’è un tema interessante o valido, ricamano su qualche passaggio strumentale, con l’intento di cavarci fuori nuove canzoni per il successivo lavoro in studio di Gilmour. Tra le tante tracce registrate in quei giorni c’è anche una jam strumentale lunga 14 minuti. “Faceva un freddo da morire lì dentro, ma abbiamo trascorso un quarto d’ora su questo riff che avevo composto alla chitarra”, racconta oggi Gilmour. E quel riff funzionava: quando nel 2022 Gilmour ha cominciato a rovistare nei cassetti per tirare fuori idee e demo per il suo nuovo album, ha recuperato questa gemma “dimenticata”. Wright è mancato nel 2008 e quella traccia è rimasta inedita fino a oggi. Il suono inconfondibile della sua tastiera è stato recuperato da Gilmour per “Luck And Strange”, la canzone che dà titolo al suo nuovo album.
Un album di famiglia
La “Barn Jam” non è stata l’unica scintilla creativa che ha spinto Gilmour a comporre i brani del nuovo album. Un contributo fondamentale è arrivato anche dalle dirette social offerte dall’artista nel 2020 insieme al resto della famiglia nel periodo della pandemia, le famose “Von Trapped Family”. “Luck And Strange” è un album che ha il sapore del “fatto in casa”, come già i suoi due lavori precedenti. Questa volta alla coppia Gilmour-Samson si sono aggiunti tre dei loro figli, che hanno collaborato al disco a vario titolo. Nella sua casa di campagna Gilmour ha tutto il necessario per poter registrare un album in completa autonomia. Polly Samson, sposata dal chitarrista nel 1994, è una nota scrittrice che ha contribuito con i suoi testi all’album “The Division Bell” dei Pink Floyd e ai lavori successivi del chitarrista. Per “Luck And Strange” la coppia ha sentito la necessità di modificare il modus operandi del proprio processo creativo. Nel 2022 si sono trasferiti a lavorare in una casa a nord di Londra, cinque giorni alla settimana, lontani dalla famiglia e dalle distrazioni della vita quotidiana. Lì David ha suonato e proposto i nuovi pezzi e Polly ha composto i testi. Si sono confrontati, si sono aiutati e tra il 2022 e il 2023 sono state approntate le demo da proporre in studio ai musicisti.
I testi del nuovo album toccano temi quali mortalità e la vecchiaia, che hanno rappresentato un motivo di profonda riflessione tra i coniugi Gilmour nel periodo del lockdown. I timori del Covid, associati alla paura di invecchiare, hanno offerto la base tematica delle nuove canzoni, finite nell’album che uscirà in tutto il mondo tra pochi giorni. "E' scritto dal punto di vista di un uomo che invecchia, con il costante pensiero della mortalità. Abbiamo passato un sacco di tempo durante e dopo il lockdown a pensare e parlare di queste cose", racconta Gilmour in una recente intervista.
L’incisione in studio: chi ha lavorato a “Luck and strange”
Anche la successiva fase di incisione in studio è stata totalmente nuova per Gilmour, che ha scelto di lavorare con una band formata da nuovi musicisti, limitando la presenza dei session man aggiuntivi. Ne ha giovato la compattezza musicale dell’intero disco, che risulta compatto e omogeneo come nessuno dei suoi lavori precedenti. Di fondamentale importanza anche la scelta del produttore del nuovo album, particolarmente ponderata da parte di Gilmour. Si tratta di Charlie Andrew, giovane e soprattutto estraneo al tipo di musica suonata fino a quel momento dal chitarrista. Andrew ha mosso i primi passi nel mondo della musica con la band indie rock inglese degli Alt-J a partire dal loro primo album “An Awesome Wave”, proseguendo per il disco “Oui Oui Si Si Ja Ja Da Da” dei Madness e “The Invitation To The Voyage” di Eugene McGuinness. È stata la produzione della giovane artista inglese Marika Hackman a indirizzare Gilmour verso Andrew. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti quali il "Breakthrough Producer of the Year" ai Music Producers Guild Awards del 2013, mentre nel 2016 ha raccolto sia il premio "Producer of the Year" della British Phonographic Industry che il Brit Award come "British Producer of the Year". Andrew, quando lavorava presso gli studi Abbey Road di Londra, si era occupato nel 2003 come assistente produttore della versione 5.1 Surround Sound Mix del dvd di Roger Waters “The Wall Live In Berlin”. A proposito dell’ex bassista dei Pink Floyd, la scelta di Charlie Andrew ricorda quella di Waters che aveva chiamato il giovane produttore inglese Nigel Godrich per il suo “Is This The Life We Really Want” del 2017, scelta che aveva contribuito a rinvigorire il suono di quell’album.
È possibile definire Andrew un piccolo genio nel suo campo: unisce le sue sconfinate competenze con le nuove tecnologie unite a un senso dello spazio musicale e delle dinamiche degli strumenti, oltre a una predisposizione a rendere stringati ed essenziali gli arrangiamenti, qualità che hanno conquistato immediatamente Gilmour. Andrew unisce vecchie e nuove tecnologie, una vera manna dal cielo per Gilmour che già negli anni con i Pink Floyd sperimentava ogni nuova diavoleria, elettronica e no. "Ha una meravigliosa mancanza di conoscenza o rispetto per il mio passato – chiosa Gilmour su Andrew - È molto diretto e per niente intimorito, e questo mi piace". La mancanza di deferenza nei confronti di Gilmour ha svecchiato di colpo la musica del chitarrista, che ha dato un netto taglio al passato tanto che “Luck And Strange” si presenta con una compattezza sonora completamente inedita. Andrew ha letteralmente sconvolto il modo di lavorare del chitarrista, imponendo piccole ma fondamentali regole che hanno mutato la struttura delle registrazioni, a partire dall’odiata dissolvenza in chiusura dei brani, bannata dal produttore, fino alla durata o al posizionamento di un assolo in un determinato brano. La forza e la tenacia di Andrew hanno conquistato il chitarrista. Se un pezzo appena registrato sembrava perfetto per Gilmour, Andrew chiedeva di suonarlo nuovamente, tanto che in una recente intervista il chitarrista lo ha definito scherzosamente “uno schiavista”. Novità anche nella scrittura di Polly Samson: i nuovi testi risultano diretti, concreti, senza fronzoli, simili alla musica composta in questa occasione da David Gilmour. L’album è stato registrato nei Medina Studios a Hove (di proprietà di Gilmour) e al British Grove Studios di Mark Knopfler.
Le canzoni di "Luck and strange"
Apre l’album “Black Cat”, un breve strumentale probabilmente ispirato a un adesivo di un gatto nero posto sul corpo della sua nuova chitarra Fender Stratocaster nera che Gilmour ha mostrato in un recente video. Per tutti quelli che hanno temuto un cambio nel suono gilmouriano dopo la vendita delle sue chitarre (nel 2019 hanno fruttato più di 21 milioni di dollari, tutti donati in beneficenza), la nuova Black Strat e le altre chitarre utilizzate nel nuovo disco non hanno minimamente scalfito il suo inconfondibile stile chitarristico. Il brano è composto da un intrigante intreccio tra pianoforte e chitarra, con richiami alla canzone “Signs Of Life” che apriva l’album “A Momentary Lapse Of Reason”, il primo realizzato nel 1987 dai Pink Floyd senza Roger Waters e sotto la guida di David Gilmour.
La successiva “Luck And Strange” è un blues vecchia maniera che permette alla voce di Gilmour di toccare vette altissime: lo strumentale del 2007 è stato trasformato, dotandolo di un testo scritto per l’occasione da Polly Samson, che parla dei sogni e delle speranze della generazione dei nati nel dopoguerra, cresciuti con la certezza di un futuro migliore e senza guerra, traditi oggi dalla storia che li costringe a dover fare i conti con un passato che sembrava sepolto. La canzone, che guarda all’infanzia di Gilmour, emoziona sin dalle prime note, con la suggestiva fusione tra la chitarra di Gilmour e la tastiera di Wright, che riporta ai fasti pinkfloydiani. Gilmour porta la voce verso vette molto alte e sarà interessante ascoltarla dal vivo. Colpisce la semplicità del suono della chitarra anche nell’immancabile assolo finale: è secco, essenziale e senza orpelli. La presenza di Wright riscalda l’anima e riempie il cuore di tristezza per quanto avrebbe ancora potuto offrire alla musica. La canzone si conclude con il testo “Time for this mortal man to love the child that holds my hand / And the woman who smiles when I embrace her / These eyes stay dry but my oh my guitar…”.
“The Piper’s Call” (è anche il primo singolo estratto dal disco) è stata definita da Gilmour in una sua recente intervista come “una canzone che riguarda la filosofia del carpe diem e il riscatto sulla fama”, aggiungendo “Immagino sia rivolta a me”. Il brano apre con il suono di due chitarre acustiche e la voce di Gilmour che le domina dolcemente. Molto belli l’intervento del coro e la presenza delicata ma sostanziale dell’orchestra. Il coro è stato registrato alla Ely Cathedral di Cambridge: si tratta della stessa chiesa fotografata in lontananza tra le due teste nella copertina dell’album “The Division Bell” dei Pink Floyd. La band continua ad essere una presenza ingombrante per Gilmour e non può essere altrimenti. Rappresenta il punto di partenza del chitarrista ma anche il suo passato, così lontano ma sempre presente. La Gibson elettrica si insinua delicatamente nel brano per diventare poi dominante sul finale, tagliente e decisa e pregna di quel suono tanto caro a molti di noi. Il finale del brano è netto, come richiesto dal produttore, e sono certo che nella versione dal vivo sarà particolarmente coinvolgente. Fondamentale il drumming di Steve Gadd, gigante della batteria, classe 1945, di origine americana, che ha suonato con gli Steely Dan, Simon & Garfunkel, James Taylor, Chick Corea, Chuck Mangione , Eric Clapton e Michel Petrucciani.
Il brano successivo è anche uno dei miei preferiti,“A Single Spark”. La canzone tocca temi religiosi, che si ripresentano nella vita dell'artista adesso che gli anni sembrano volare via inesorabilmente. La canzone ha profumi e odori del passato, aggiungendo sonorità familiari come la campana che ti fa risvegliare ricordi floydiani (“Fat Old Sun”, “High Hopes”, “Poles Apart”) inserite in un arrangiamento e un suono totalmente nuovi per Gilmour. Dalla metà del brano in poi arriva un classico solo di chitarra che sarà molto apprezzato dai suoi ammiratori (e dai tanti imitatori). L’orchestra aggiunge al brano un tocco sognante e senza età. Delicata la coda finale, con le note che gocciolano dalle corde della chitarra come pioggia nella notte.
Arriva il secondo e ultimo strumentale del disco, la delicata “Vita Brevis” (di nome e di fatto), traccia in cui David e sua figlia Romany legano tra loro i suoni della chitarra e dell’arpa. La canzone riflette sulla vita e sulla morte e non a caso è la perfetta introduzione alla traccia successiva, “Between Two Points”, secondo singolo tratto dall’album. Si tratta della cover di un brano del 1999 del duo indie-pop inglese The Montgolfier Brothers, formato da Mark Tranmer e da Roger Quigley, morto nel 2020. Tranmer ha apprezzato questa nuova versione, che a suo dire mantiene lo spirito dell'originale. Gilmour ha amato questa canzone sin dall'inizio, sorpreso che non abbia avuto successo. Nelle interviste promozionali dell’album, il chitarrista ha raccontato che sua figlia Romany aveva ascoltato “Between Two Points” solo un paio di volte (è nella playlist di David che la apprezza durante i viaggi in auto) e che la ragazza l’ha registrata di getto in un’unica take (con successive piccole modifiche). E' un talento musicale, la minore di casa Gilmour: suona l’arpa, la chitarra e suo padre sostiene con orgoglio che sapeva stare davanti a un microfono già all’età di tre anni. Romany sta frequentando l’università londinese: compatibilmente con le lezioni sarà ospite in alcuni dei prossimi concerti del papà. Anche Gabriel, uno dei figli del secondo matrimonio con la Samson, partecipa al brano fornendo i cori. Gilmour dichiara di riconoscersi molto nel testo della canzone ed è così ispirato che il solo finale ricorda uno dei suoi migliori, quello di “Marooned” dell’album “The Division Bell”, ripulita dall’effetto whammy utilizzato nel 1994.
Il brano successivo è anche il terzo singolo finora pubblicato da “Luck And Strange”. Si tratta di “Dark And Velvet Nights”, che si tinge di toni oscuri e viaggia su tonalità dure, offrendo un classico arrangiamento poderoso e ruggente. La voce di David è decisa e rude come non mai e le tastiere scalpitano e graffiano in sottofondo. I cori a metà canzone richiamano quelli di “What Do You Want From Me”, sempre da “The Division Bell”. Il testo arriva da una poesia composta da Polly Samson per il loro anniversario di matrimonio.
Le ultime due canzoni dell’album sono due vere e proprie gemme. La prima è “Sings”, che nel testo offre il dialogo tra Gilmour e sua moglie. La canzone è malinconica, con Gilmour che canta la paura di lasciare la famiglia quando sarà il momento di affrontare la morte. Pratt suona il basso fretless nel suo stile riconoscibilissimo (dal 1987 è parte integrante della famiglia Pink Floyd). Sorprende l’iniziale dolcezza, con la voce di Gilmour che non lascia scampo. Evidenti i rimandi musicali al passato: c’è tanto “Wish You Were Here” ma anche “Lost For Words”, in un continuo rimpallo alla vecchia e nuova produzione dei Pink Floyd che risulta molto emozionante. All’interno è contenuta una sezione con la voce di Joe, primogenito della coppia Gilmour-Samson (oggi ha 29 anni) registrata dal papà su un minidisc nel 1997 mentre il bimbo pronuncia la frase “Canta papà, canta”. Sul finale di questo bellissimo brano c’è un suono di tastiera, delicato e dolce al punto tale che ricorda lo stile di Wright.
La chiusura del disco è affidata a quello che sarà ricordato come uno dei brani migliori di Gilmour: si tratta di “Scattered” che già dai primi secondi arriva dritta al cuore. Ci sono gli archi in sottofondo e l’inconfondibile battito del cuore di floydiana memoria (leggi “Speak To Me”, apertura dell’album “The Dark Side Of The Moon”). Arriva la voce di Gilmour ed ecco le tastiere pronte a traghettarti tra le confortevoli acque sonore in chiaro stile “Echoes”. Si tratta di piccoli ma evidenti accenni al passato che nascondono una bellezza sonora inaudita. La struttura del brano è complessa, intrigante ma al tempo stesso fluida. Il brano prende quota ma ti inchioda nell’ascolto: sai che sta per accadere qualcosa – è la classica magia floydiana – e attendi con il cuore a mille. L’orchestra sembra eludere l’attesa, spiazzando l’ascoltatore… il brano sembra prendere una direzione ma poi cambia del tutto e torna al tema iniziale, come in un'avvincente suite degli anni Settanta. La chitarra acustica riporta alle magiche atmosfere di “High Hopes” e subito dopo arriva la chitarra elettrica, esattamente quando senti che sarebbe arrivata! David allora offre un altro dei suoi tanti miracoli musicali. Il suono della sua sei corde ti prende, ti violenta, ti devasta, muovendosi senza ritegno tra i suoni dei violini e dell’orchestra. Non hai scampo… Ecco che la musica frena, la voce di Gilmour è lì a cantare le parole dell’ultima strofa, quella che chiude l’album. Il testo di “Scattered” è firmato oltre da Polly Samson anche da suo figlio Charlie Gilmour, parole che hanno ispirato l'immagine di copertina realizzata da Anton Corbijn. Il brano in origine trattava di tre temi che sembravano non legare tra loro. David e Polly hanno così coinvolto il figlio Charlie che ha lavorato sul testo, unendo tutto in maniera fluida. Il pianoforte è suonato da Roger Eno.
Le bonus tracks di un capolavoro
Ci sono due bonus tracks inserite nell’album, che saranno particolarmente apprezzate dai fan. La prima è “Yes I Have Ghosts”, con David Gilmour che duetta con sua figlia Romany, già pubblicata su singolo nel 2020, inserita per la prima volta in un album. Il secondo bonus è la lunga e completa versione del gennaio 2007 di “Luck and Strange original Barn Jam”, quella con Gilmour, Wright, Pratt e DiStanislao, scritta da David Gilmour.
Arrangiamenti per archi e corali del disco sono stati realizzati da Will Gardner, compositore, artista e arrangiatore- Gardner ha studiato musica classica e pianoforte all'università, prima di trasferirsi a Berlino per lavorare con Matthew Barney per il film “River of Fundament”. Il musicista opera a Londra e ha inciso il suo album di debutto intitolato “Remains”, oltre ad aver lavorato con gli Alt-J.
“Luck And Strange” è un disco sorprendente, che ha un suono totalmente nuovo e che trasuda amore, bella musica e soprattutto tanta emozione come mai prima d'ora è sgorgata così fresca e rigogliosa dalla musica di Gilmour, il cui stile è ormai inconfondibile. “Luck And Strange”, arrivato quando l’artista ha ormai raggiunto i 78 anni, è senza ombra di dubbio il suo capolavoro musicale. Una carriera, quella di Gilmour, in netta contrapposizione a quella di Waters, che è sempre in prima fila a combattere le sue guerre politiche e sociali contro tutto e tutti.
Gilmour sembra prediligere il silenzio della campagna nella quale vive con la famiglia, guardando al passato e con una certa dose di timore al futuro del mondo e all'età che alle soglie degli ottant'anni non promette certo lunghi percorsi.