Dopo dieci storici Forum di Milano sold out, in tanti si sono chiesti: ha davvero senso che i Dogo annuncino un live a San Siro e lo programmino pochi mesi dopo? La risposta, sulla carta, era no. Ma se il live andato in scena alla Scala del Calcio si interpretasse come una sorta di raggiungimento di uno status, se si leggesse con la lente del “cogli l’attimo”, visto che i Dogo mai nella loro carriera hanno calamitato questi numeri, arrivati sull’onda del ritorno dopo dieci anni di silenzio, allora la percezione potrebbe cambiare. Il San Siro dei Dogo, pieno di gente ma non sold out, con ampia disponibilità per il terzo anello, in fondo è la celebrazione di una carriera partita dall’underground e arrivata alla consacrazione popolare, anche grazie all’esplosione del rap in questi ultimi anni, genere di cui in Italia il trio è pioniere, oltre che una colonna portante e giustamente percepita come “leggendaria”.
Un palazzetto con gli steroidi
Gué, Jake e Don Joe, nonostante avessero detto che non avrebbero fatto interviste attraverso un post all’uscita del disco “Club Dogo”, concetto ribadito in modo corrosivo da Jake al primo Forum di Milano, alla fine hanno dovuto fare il giro delle radio per cercare di riempire un San Siro che si presenta come una data al Forum ma più grande, con gli steroidi. Tantissime canzoni, rappate in modo tecnico, scaletta ricchissima, coinvolgimento alto, diversi ospiti, un Marracash in versione monster su ben quattro brani, ma a livello di show, rispetto a quello già visto nei palazzetti, non c’è nulla di veramente sorprendente. E il suono all'inizio non è neppure pulitissimo. Ormai sempre più date a San Siro vengono annunciate o realizzate per raggiungere, per l'appunto, uno status, e questa pratica ha radici lontane. Dopo un video intro, i tre entrano con una canotta da basket accolti da un boato: Gué con la maglia di Wallace, Jake con quella di Rodman, Don Joe con quella di Irving. La scenografia è abbastanza basica, composta da alcune macchine sul palco, la riproduzione della metro di Milano e di alcuni negozietti di quartiere che si animano con figuranti. Confermato, dal tour nei palazzetti, anche il corpo di ballo a trasmettere energia ai brani attraverso le coreografie.
Mario Giordano, Briatore e Bob Marley
In alcuni momenti del concerto, quelli più serrati, non mancano le classiche fiammate. I ledwall giganti sono tre: due laterali dedicati al live e al pubblico, quello centrale regala visual e alcune chicche. Tra queste ce ne sono di divertenti e allo stesso tempo di surreali: prima di “Vida loca”, un pezzo simbolo della carriera dei Dogo, spunta una clip del giornalista Mario Giordano che, sommerso dai fischi, racconta la storia del rap in Italia. E c’è anche tempo, in un altro frangente, per un video-saluto di Flavio Briatore che introduce, ovviamente, “Briatori”. Un video significativo è quello dedicato al concerto di Bob Marley a San Siro nel 1980: è l’apertura di un’intera parte di scaletta dedicata ai pezzi più legati ai ritmi in levare scritti dai Dogo, amanti del reggae e della dancehall. Tra questi ovviamente c’è “P.E.S”, cantata come un gigantesco coro da stadio, e la nuova “King of the jungle”, impreziosita dalla presenza di Alborosie.
Un quarto Dogo: Marracash
Il pubblico, eterogeneo a livello di età, come già accaduto anche nel San Siro di Sfera Ebbasta, è uno spettacolo: canta parola dopo parola e dimostra quanto il rap sia entrato nell’esistenza di intere generazioni. Una menzione va alla scaletta, ampia, tra passato e presente, variegata e con alcune trovate interessanti come quella di coinvolgere gli ospiti in modo diverso: “Tutto ciò che ho” non viene cantata con Il Cile, come originariamente, ma con Coez. Su “Lisa” arriva a sorpresa Lazza, che prima suona al piano e poi si unisce al ritornello. Un tempo questi pezzi più pop erano osteggiati dai duri e puri, ora che il rap è entrato nel mainstream vengono cantati a squarciagola. Uno dei momenti clou del live coincide con l’ingresso di Marracash che diventa il quarto Dogo per quattro pezzi, con un “Puro Bogotà” finale che manda i fan in delirio. In generale tutti gli ospiti, in particolare quelli legati alla Dogo Gang, vengono accolti con calore e arricchiscono per davvero i brani, non sono comparsate.
Gli stadi richiedono standard più alti
Il San Siro dei Dogo è un evento nell’evento che segna il momento più alto, a livello di pubblico, della loro carriera. “Un sogno raggiunto”, come hanno spiegato dal palco. Una festa, meritata. Ma se a livello di performance non si possono fare appunti, un loro live è davvero una “scuola di rap”, sul fronte show-scenografia-invenzioni creative e narrative, trovandosi proprio sotto i riflettori magici di San Siro per un'unica data, era lecito e doveroso aspettarsi di più. Gli stadi richiedono standard alti su ogni aspetto, che non possono essere colmati solo con qualche buona ospitata. Salmo e Sfera Ebbasta, per citare altri protagonisti del mondo rap che hanno varcato le porte di San Siro, per esempio, hanno tenuto l'asticella dello spettacolo più elevata. In definitiva, avendo assistito sia al live nei palazzetti che a questa mega-data, pendiamo, a livello di preferenza, proprio per il primo giro. Più compatto, più diretto, più spontaneo, più godibile a livello sonoro e adatto alle loro canzoni, meno pensato per raggiungere a tutti i costi uno “status”, più "per la gente", come amano ripetere gli stessi Dogo, e meno per i record.
Scaletta:
C’era una volta in Italia
Mafia del boom bap
Randez vou col delirio
D.O.G.O.
Butta via tutto
La testa gira
Una volta sola
Video Mario Giordano
Vida loca
Cronache di resistenza
La stanza dei fantasmi
Hardboiled
Rap soprano
Serpi
Voi non siete come noi
Chissenefrega
Per la gente
Italia 90
Sempre in giro con Emi Lo Zio, Vincenzo Da Via Anfossi
Milly con Sfera Ebbasta
Brucia ancora con J-Ax
Il mio mondo le mie regole
Video Bob Marley
King of the jungle con Alborosie
Note killer
P.E.S. con Giuliano Palma
Tutto ciò che ho con Coez
Lisa con Lazza
Tornerò da re
Video Briatore
Briatori con Marracash
Ciao proprio con Marracash
Nato per questo con Marracash
Puro Bogotà con Marracash, Vincenzo Da Via Anfossi
Spacco tutto
Fragili con Arisa
Soli a Milano con Elodie
All’ultimo respiro