Come Taylor Swift sta diventando un’icona moderna della chitarra

Taylor Swift ha cambiato il volto della musica pop. E lo ha fatto con una chitarra tra le braccia.

La ricostruzione dell’iconica SJ-200 della Gibson - in passato impiegata anche da Jimmy Page, gli Everly Brothers e Billie Joe Armstrong - tempestata di strass che suonò nel “Fearless tour”, la sua primissima tournée, tra il 2009 e il 2010. La Living Jewels GSLJ personalizzata color blu cobalto con sopra disegnate alcune carpe koi impiegata tra il 2011 e il 2012 durante lo “Speak now tour”, parte di una serie limitatissima di chitarre acustiche progettate dal designer Pete Davies Jr. La Taylor 614ce rossa personalizzata che strimpellò durante il “Red tour”, tra il 2013 e il 2014, prima dell’exploit di “1989”. Sono solamente alcune delle chitarre sfoggiate e suonate da Taylor Swift durante i concerti dell’”Eras tour”, la tournée dei record, appena sbarcata in Europa dopo aver incassato 1 miliardo di dollari negli Stati Uniti lo scorso anno (in Italia arriverà il 13 e 14 luglio per due date già esauritissime da mesi allo Stadio San Siro di Milano). No, non è una virtuosa dello strumento né tantomeno ha ideato riff indimenticabili. Ma Taylor Swift ha fatto qualcosa di notevole: ha cambiato il volo della musica pop. E lo ha fatto con una chitarra tra le braccia.

Al tema ha dedicato un lungo approfondimento anche la rivista Guitar.com, uno dei portali di riferimento per gli amanti delle sei corde. Che si lancia in un accostamento all’apparenza azzardato come quello tra il nome di Taylor Swift con quelli di leggende come Jimi Hendrix, Joni Mitchell e Kurt Cobain, tre artisti-chitarristi che hanno rivoluzionato i rispettivi generi, il rock, il folk e il grunge. Ma come si può - ci si potrebbe chiedere, lecitamente - affiancare un’ex cantautrice country diventata una Godzilla del pop a tre icone che hanno rimodellato, ciascuna a modo suo, lo strumento? Però i numeri parlano chiaro. E l’impatto che Taylor Swift ha avuto sulla cultura pop anche.

Quando nel 2004 fu scovata dai talent scout della Big Machine Records al Bluebird Cafe di Nashville, Taylor Swift sul palco si stava esibendo con la chitarra tra le braccia. Durante i concerti del tour che l’ha già consacrata come la più grande popstar della sua generazione - e forse degli ultimi vent’anni - la cantautrice di West Reading trascorre buona parte del tempo imbracciando una chitarra: ne suona otto in tutto, tutte diverse tra loro, ciascuna delle quali legata a una precisa fase della sua storia. Le altre colleghe associano a precisi momenti delle rispettive carriere abiti, costumi, accessori. Lei no: è alle chitarre che Taylor Swift ha affidato il compito di simboleggiare le varie tappe della sua ascesa.

Le chitarre che Taylor Swift suona durante i concerti dell'"Eras tour"

È stato tenendo a tracolla una chitarra che la cantautrice della Pennsylvania ha iniziato la sua scalata allo showbiz, diventando a suo modo un’icona dello strumento con “Fearless”, il suo secondo album, mischiando deliziosamente country e pop prima di uscire progressivamente fuori da quei territori con dischi come “Speak now” e “Red”, ma senza mai rinunciare al sound della chitarra. In un’epoca in cui era raro ascoltare chitarre nella musica pop, specialmente in quella destinata a un pubblico composto prevalentemente da teenager di sesso femminile, i dischi di Taylor Swift - erede di una tradizione che va da Sister Rosetta Tharpe a Tracy Chapman, da Joni Mitchell a Joan Jett e molte altre - contribuirono a rappresentare una sorta di baluardo per lo strumento. Nel 2018 secondo i dati di Fender il 50% dei nuovi acquirenti di chitarre erano giovani donne. E forse non era un caso.

Con album come “1989”, “Reputation” del 2017 e “Lover” del 2019, i capitoli clou della scalata allo showbiz, Swift si allontanò dalle atmosfere e dalle sonorità degli esordi, avventurandosi nei territori dell’elettronica, del rap, del synthpop, dell’r&b contemporaneo. La chitarra tornò centrale nello splendido dittico “Folklore/Evermore”, frutto della magica collaborazione con Aaron Dessner dei National e Jack Antonoff dei Bleachers. Non solo come strumento in sé, ma anche per ciò che rappresentò in quel periodo come strumento: l’anno era il 2020 e mentre in tutto il mondo imperversava una pandemia spaventosa, il ritorno nei boschi di West Reading e alle sonorità acustiche degli esordi rappresentò per la cantautrice un modo per connettersi intimamente con il suo pubblico in quel momento storico.

“Taylor è sempre apparsa in pubblico con in mano una chitarra, dagli spettacoli dal vivo a quella volta in cui ha sorpreso una coppia di fan al loro matrimonio con una performance acustica di ‘King of my heart’”, sottolinea, interpellata da Guitar.com Satu Hämeenaho-Fox, autrice del libro “Into the Taylor-verse”. E Christa Anne Bentley, professoressa assistente di musicologia presso l'Università dell’Arkansas, aggiunge: “Considero Swift una musicista che ha incentrato la sua produzione sulla chitarra. Penso che il suo immaginario sia legato molto allo strumento: i fan fanno associazioni specifiche tra le chitarre che ha suonato nelle diverse fasi della sua carriera. E questo dimostra quanto la chitarra sia stata radicata nella sua vita”.

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