“X3” prodotta da Fight Pausa, pubblicata in digitale e nella nuova versione in vinile di “Scialla Semper”, recita così: “Mi spengo e mi fermo e ti sembro più tenero, col vuoto dentro non si sente il riverbero”. Davanti agli occhi di Alessandro Vanetti, proprio nel momento in cui gli era crollata addosso la vita, è nato Massimo Pericolo, che più che un riscatto, in un primo momento, è stato una pura occasione di sfogo, di espressione, un urlo rabbioso, a denti stretti, per tentare di sentirsi vivo. “Scialla Semper”, che compie cinque anni, fotografa artisticamente il racconto crudo del toccare il fondo e nel momento in cui il rapper lo analizza, già sembra superarlo, offrirsi una seconda chance. Non è un caso che nella cover si punti una pistola alla testa. Ma non c’è solo questo in quel folgorante esordio: in quei primi scampoli c’è già tutto il mondo di Massimo Pericolo. Da una parte la disperazione dinamitarda di “7miliardi”, dall’altra la verità scomoda e malinconica di “Sabbie d’oro” con Generic Animal o il romanticismo stradaiolo di “Amici”, brani in cui svetta la forza della penna dell’artista di Brebbia che nel tempo si è giustamente evoluto. E come dimenticare, nella versione repack, l’inizio della saga di “Totoro”.
“Se questo disco non mi avesse cambiato la vita non so dove sarei ora. Non è per modo di dire, come faccio a saperlo. A parte gli scherzi ora sono dove sono e ripenso a tutte le persone che mi hanno aiutato e reso possibile tutto questo a partire da Crookers e Nic Sarno che hanno prodotto gran parte dei brani e che hanno raccolto in un progetto vero uscito per l'etichetta, Pluggers…Saró sempre uno di voi perché al di là della fama e dei soldi quello che ho capito è che rimaniamo persone, e passando da un estremo all’altro nella vita ho visto che se si può stare male quando tutto va bene allora si può anche stare bene quando tutto va male”, ha scritto Massimo Pericolo sui social ricordando l’album. In questi anni, si è dimostrato uno dei migliori liricisti appartenenti alla nuova generazione del rap e ha saputo conquistare una posizione di rilievo grazie alla capacità di saper passare da un realismo urticante a un’ironia senza briglie, con testi all’apparenza semplici, ma che sanno creare un’empatia profonda con l’ascoltatore, tutti tratti che già nelle prime canzoni erano evidenti.
“Scialla Semper”, nome dell’operazione antidroga che lo ha portato a essere incarcerato per quattro mesi, quando è uscito nel 2019, non è stato solo un disco, ma un vero terremoto nel mondo dell’hip hop. Testi potenti, viscerali e controversi su musiche conturbanti. “7 miliardi”, quando ha visto la luce, è arrivata come un montante al volto. “Finché reciti una parte in un film o scrivi un romanzo non ci metti la faccia come autore come succede nella musica. L’artista, nella musica, è quello che fa la canzone, il video e rilascia l’intervista. Non è un personaggio. La finzione non spaventa come la realtà. Tutto questo fa parte della cultura specifica del rap, anche per questo in Italia è arrivato relativamente tardi perché c’è un’attitudine dietro che non è propriamente nostra. Il rap va capito, è ancora troppo giovane perché alcuni ci riescano”, ha raccontato a Rockol a proposito di alcune delle sue barre più rudi. In un mercato discografico in cui i progetti appaiono e scompaiono con la stessa facilità di un raggio di sole, “Scialla Semper” è rimasto nel tempo per la sua autenticità, per la sua crudezza, per la sua verità, perché privo di qualunque forma di strategia. È un disco puro.