Appino: un viaggio dentro l’umanità tra Pasolini e Brian Eno

L’artista racconta ciò che ha ispirato l’ambizioso progetto “Humanize”. L’intervista.

“Humanize” arriva a otto anni di distanza dall’ultimo disco solista del musicista toscano Andrea Appino, “Grande raccordo animale” del 2015, e a dieci da “Il Testamento” del 2013, vincitore della Targa Tenco come migliore opera prima. L’album del cantante, chitarrista e autore degli The Zen Circus, rappresenta non solo l’opera più ambiziosa e curata del musicista, ma un progetto artistico a 360 gradi, di altissimo valore, che si propone di scandagliare il concetto di “essere umani” attraverso musica, suoni e voci. Verrà presentato con un tour ad hoc in programma da febbraio 2024.

Fuori dal mercato

Il titolo trae ispirazione da una funzione, presente in diversi software di produzione musicale, che prende impulsi quantizzati nel tempo e nella dinamica e li sposta impercettibilmente in modo casuale, simulando un errore costante. Lo scopo è evadere l’esattezza digitale creando imperfezioni prossime a quelle umane. Un progetto completamente fuori dalle logiche di mercato, un viaggio da 72 minuti di musica, senza soluzione di continuità, suddiviso in 23 tracce totali, di cui 14 canzoni e 9 skit numerati. È in queste ultime che Appino lascia il posto a frammenti di opinioni, sensazioni, emozioni e sentimenti narrati da voci differenti raccolte in carceri, centri diurni, scuole e altri luoghi. “Non credo che per parlare di grandi temi si debba per forza realizzare un album complesso – ammette Appino – il mio gruppo preferito sono i Ramones, musicalmente molto basici, quando voglio stare bene ascolto ‘Toxic’ di Britney Spears (ride, ndr), non credo affatto nella complessità a priori e a prescindere come dimostra anche la mia storia con gli Zen, ma questo progetto è stato in primis importante per me e senz’altro richiede impegno all’ascoltatore”. Ma da che cosa è stato ispirato?

Lavorato come un disco di musica elettronica

“In questi otto anni ho messo talmente tante volte le mani su queste canzoni che potrei pubblicare un altro intero disco di versioni alternative – svela Appino – un primo tassello importante per comprendere la lavorazione riguarda il mio studio. Tre anni fa ho immaginato il sound del progetto e da due anni ho un mio spazio di registrazione personale in cui curo ogni aspetto. Per questo motivo ‘Humanize’ è stato lavorato proprio come un disco di musica elettronica. Ci sono brani con batterie registrate su nastro, ho perfino recuperato il multitraccia di quando ero ragazzino. È figlio di uno studio, di un processo, non di un’urgenza espressiva. Per scatenare quella ho gli Zen”.

Dai White Noise alla trap degli Fsk

Proviamo a stabilire delle coordinate. “‘Humanize’ è ricchissimo di musiche diverse, lontane dal mio percorso con gli Zen, avevo proprio bisogno di andare altrove, cercare nuove forme di ispirazione – dice Appino – si va dai White Noise (un gruppo di musica elettronica sperimentale inglese formatosi a Londra nel 1968, ndr) alla sconosciuta ai più Vanessa Worm fino all’approccio di Brian Eno. Non sono certo Hans Zimmer, ma c’è tanta musica ambient. Non mancano accenni ai Pink Floyd. C’è un gusto per un suono antico, ma ci sono anche nomi inaspettati di oggi: un pezzo come ‘Enduro’ è stato influenzato dalla trap, da quella più dura degli Fsk. Credo che tutto ciò mi porterà, poi con gli Zen, a cercare ancora di più, per controbilanciare, un suono pop rock: dopo ‘Grande raccordo animale’ scrissi la canzone ‘La terza guerra mondiale’ e dopo ‘Il Testamento’ arrivò ‘Viva’. C’è sempre stata una ‘reazione’ dopo ogni mio album solista”.

Pier Paolo Pasolini

L’idea del concept album sfida, in controtendenza, la frenesia della discografia contemporanea, offrendo dimensioni vicine alla colonna sonora, ma ponendosi, al contempo, come disco pop, sia nella sua natura musicale che nell’accezione più generale del termine, ovvero popular. È stato coinvolto Davide Barbafiera (soundscape designer, musicista e attore) che si è occupato assieme ad Appino di intervistare quante più persone possibili, di ogni tipo ed età, sugli argomenti più svariati. La mole di registrazioni è stata poi selezionata, tagliata, filtrata e posizionata all’interno del lavoro. “All’inizio ‘Humanize’ non doveva essere un disco, ma un documentario – ricorda Appino – ma poi lo scrittore di canzoni che è in me ha voluto la sua parte. Alla base c’è sempre stata l’idea di realizzare un progetto sull’umanità seguendo ‘Comizi d’amore’ di Pier Paolo Pasolini in cui intervistava gli italiani su svariati argomenti. E in tutto questo ha trovato campo anche l’idea dell’imperfezione. Più lavoravo per perfezionare le tracce a livello sonoro, più il progetto non mi piaceva. Tutto questo credo che sia molto umano, vero. Ed è esattamente quello che cercavo”.  

Vuoi leggere di più su Andrea Appino?

rockol.it

Rockol.com s.r.l. - P.IVA: 12954150152
© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Privacy policy

Rock Online Italia è una testata registrata presso il Tribunale di Milano: Aut. n° 33 del 22 gennaio 1996