La musica di Valeria Rossi è semplice, ma non banale

Dopo la superhit "Tre parole", la musicista nata a Tripoli pubblicò l'album "Ricordatevi dei fiori"

Tra i maggiori protagonisti musicali dell'estate del 2001 ci fu, senza dubbio alcuno, anche Valeria Rossi. La sua "Tre parole" fu uno dei principali tormentoni (una brutta parola che però è sinonimo di successo) trasmessi dalle stazioni radio italiane. Nel corso dell'autunno seguente, per la precisione il 19 ottobre 2001, sull'onda positiva di quella canzone la musicista nata a Tripoli, in Libia, pubblicò l'album "Ricordatevi dei fiori". Più sotto potete leggere la recensione di quel disco che al tempo scrisse per Rockol Valeria Rusconi.

Qualcuno era arrivato ad odiarla, quella voce aggraziata ma pungente che, in qualche modo, era riuscita a filtrare attraverso gli spiragli delle finestre sprangate. La leggerezza di “Tre parole”, che nell’aria profumata della scorsa estate ha tracciato disegni dai quali era impossibile staccare lo sguardo, ha catturato tutti, grazie ad un ritornello giocato sulla rima di tre universali, irresistibili archetipi, “sole, cuore, amore”. Tre semplici parole, forse tra le più usate nella storia della canzone popolare, che hanno permesso a Valeria Rossi di conquistare classifiche, airplay e canali televisivi.

Il rischio, al quale lei non ha mai pensato – neppure per un attimo – era quello di essere considerata soltanto una “one hit wonder”, magari creata a tavolino: un nuovo e fresco viso da regalare ai giovani italiani. Eppure… eppure c’è qualcosa, in lei, e nella sua voce particolare, che i più attenti – forse – hanno già avvertito. Valeria, nonostante la sua non più giovanissima età (dice di aver compiuto ventinove anni, anche se diverse volte è stata beccata in flagrante a dire qualche bugia…), il successo delle oltre 80.000 copie vendute di “Tre parole” l’ha inseguito e tampinato per molti anni, da quando è riuscita finalmente ad uscire da quello stato di “apatia cerebrale” che per troppo le ha impedito di respirare aria fresca e assaggiare le opportunità offerte dal mondo esterno.

Valeria, in questo, è sincera. Le canzoni le scrive lei, i testi pure; salvo quando, come nel nuovo singolo “Tutto fa l’amore”, qualcuno le suggerisce di chiamare in causa il poeta contemporaneo Pasquale Panella, già paroliere di Lucio Battisti. La musica di Valeria è semplice, questo sì, ma non banale. E’ piacevolmente orecchiabile, leggera e ben suonata; a tratti, e si spera che qualcuno non dica il contrario soltanto perché non è riuscito a trovarci qualcosa di così deplorevole sul quale accanirsi, è anche commovente. Si sente che Valeria si è impegnata, e lo ha fatto con passione e molta buona volontà. Insomma, parafrasando il titolo del suo disco d’esordio, “se son rose, fioriranno”.

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