Fabrizio Paterlini è un pianista contemporaneo, ma anche un rocker: quando era uscito l'album precedente "Lifeblood" aveva creato un podcast con riletture minimali di gruppi della Seattle degli anni '90 e anche, "Riverscape", il suo nuovo album (Memory Records/ Believe), ha radici che vanno ben oltre la tastiera, l'elettronica e gli archi. Gli abbiamo chiesto una playlist con il mondo sonoro della sua musice. Ecco le sue "references", come si chiamano oggi: con qualche sorpresa....
"By this river", Brian Eno
Quando ho detto che ho pensato anche a Brian Eno, non ho subito realizzato questo titolo, che invece mi è venuto in mente questa notte. Il pianoforte è protagonista più che mai (lui e il Rhodes) in una composizione circolare dal ritmo lento e ripetuto, proprio come le acque del fiume. Non poteva non esserci questa!
"The Gunner's Dream" (da "Lockdown Sessions"), Roger Waters
Anche qui il pianoforte ha qualcosa da dire. Ho ascoltato molto questo EP durante il lockdown, mentre lavoravo su "Riverscape".
"A song for Europa", Johann Johannsson
Altro brano dalla struttura ipnotica e dalla forte portata emotiva. Starei delle ore ad ascoltare la progressione degli accordi, mentre la mente mi porta in viaggi senza fine. Un grandissimo compositore, un brano stupendo.
"Arboretum", Max Richter
Quando nell'intervista a Rockol parlavo degli inserti "elettronici" mi riferivo esplicitamente a questo brano di Max Richter. Mi è rimasto in mente il rimbalzare di elementi sintetizzati e in qualche modo quando ho scritto "Isolated", mi è tornato in mente questo brano (brani molto diversi tra loro, per altro).
"Something I can never have" (da "Still"), Nine Inch Nails.
Sono sempre stato un grande fan dei NIN, quando ero ragazzo ho ascoltato "The Downward Spiral" fino a consumarlo (e consumare un cd non è facile!).
In "Still" l'ambiente acustico è privilegiato, e il pianoforte è decisamente protagonista. Il cerchio si chiude, NIN + piano, il connubio perfetto!