The dark side of Kesha: la popstar riparte da Rick Rubin
Cercava solo “qualcosa in cui credere”, come canta nella canzone che apre il disco. Qualcosa in cui tornare a credere, per meglio dire, dopo aver perso tutto. O quasi. Quello che voleva perdere, paradossalmente, non l’ha perso. Il contratto con la Kemosabe Entertainment, l’etichetta di Dr. Luke, il produttore che accusò di abusi psicologici e violenze sessuali, è ancora in essere. In compenso Kesha ora ha dalla sua un altro produttore, e mica l’ultimo arrivato: è Rick Rubin, il guru della musica statunitense, alla quale la popstar di “Tiktok” si è affidata per il progetto forse più schietto, sincero ed esplicito della sua carriera finora. In “Gag order”, questo il titolo del disco, un’espressione che nel gergo giuridico angloamericano sta per “obbligo di riservatezza” (l’allusione, chiaramente, è alla causa con Dr. Luke, che va ancora avanti: a luglio è attesa la sentenza dei giudici relativa alla contro-accusa del produttore, che ha citato in tribunale Kesha per diffamazione), in uscita domani, la 36enne cantautrice losangelina scava dentro di sé, tirando fuori tutto quello che ha covato in questi anni.
In una lunga intervista concessa al Guardian Kesha ha spiegato che il disco è ispirato al suo “risveglio spirituale”. Una notte, ha raccontato, ha iniziato a sentire “ciò che alcuni potrebbero chiamare Dio, ciò che altri chiamano la coscienza superiore”: “Mi sono svegliata la mattina e ho chiamato tutti i professionisti che mi avevano seguita, spiegandogli cosa mi fosse successo. Mi hanno detto: ‘Questo è un risveglio spirituale, congratulazioni’. Io ero tipo: ‘Di che cazzo state parlando? State dicendo che ciò per cui ho fatto terapia era vivere un’esperienza quasi psichedelica?’. E tutti mi hanno risposto: ‘Sì, era quello l’obiettivo”’. La canzone che parla più direttamente di questo “risveglio spirituale” è “Eat the acid”, una delle prime anticipazioni del disco (le altre sono “Fine line” e “Only love can save us now”): un brano psichedelico, dalle sonorità dark, quasi distorte, accompagnato da un video inquietante e disturbante in cui mani sconosciute violentano il volto di Kesha, inerme, infilandole le dita nella bocca e tirandole la pelle. “Lo giuro su Dio, ho chiuso gli occhi / ho sentito una voce nella mia mente / l’universo ha detto: ‘Ora è il tuo momento’ / e mi ha detto che va tutto bene”, sussurra nei versi della canzone.
Morte, depressione, sfruttamento emotivo, abusi psicologici: sono le tematiche alla base delle tredici canzoni contenute in “Gag order”. In “Fine line” Kesha canta di dottori e avvocati che vogliono tagliarle la lingua e di pensieri suicidi: “Sono sulla cima di una montagna con una pistola puntata alla testa”, dice, mentre nella copertina è fotografata a mezzobusto con in testa una busta di plastica che le impedisce di respirare, di prendere ossigeno. È naturalmente una metafora degli ultimi otto anni della vita - e della carriera - della popstar: “Con questo album ho avuto modo di entrare davvero in intimità con me stessa ed esporre i lati di me di cui non sono orgogliosa. Quelli di cui non voglio mai parlare, che non voglio condividere con il grande pubblico. Quelli più spaventosi, pià vulnerabili e più insicuri”.
Le sonorità guardano un po’ al rock lo-fi e un po’ anche all’industrial: siamo distanti anni luce dal pop d’alta classifica degli esordi. Il tocco di Rick Rubin si sente, nel disco: “Dopo un decennio in cui mi sentivo come se fossi diventata una caricatura di me stessa in un modo o nell’altro, mi ha detto: ‘Voglio davvero sapere cosa sta succedendo dentro di te’. Rick ha fatto spazio alle imperfezioni e le ha abbracciate quasi al punto da farmi apprezzare le parti di me che sono imperfette: ‘Non hai bisogno di auto-tune’, mi ha detto”. Kesha ha raccontato che alcuni testi sono stati anche censurati, a ridosso della sentenza di luglio relativa all’accusa per diffamazione. “Alcune persone li hanno filtrati. Non so se mi è concesso di dirlo. Sono sempre consapevole del contenzioso in corso anche quando sto solo dicendo la verità su come mi sento”, ha spiegato.