Le copertine degli album di Mecna sono, da sempre, porte d’ingresso perfette per entrare dentro le sue canzoni. L’artwork di “Mentre nessun guarda”, disco uscito nel 2020, diventato anche un murales a Milano, è stato realizzato da Richard Wilson, street artist britannico attivo dal 2010, protagonista di una mostra alla National Portrait Gallery di Londra. E immortala Mecna mentre piange, in un momento di forte intimità. Il suo ottavo progetto, “Stupido amore”, invece lo ritrae sdraiato su un letto mentre sprofonda nel materasso, fra le coperte, quasi inghiottito da un sentimento che può avvolgere, ma anche divorare. La cover dell’album è uno scatto fotografico di Simone Biavati. “C’è qualche cosa di dolce, ma anche di inquieto – ammette il rapper – riflette perfettamente l’atmosfera del disco. Credo sia uno dei miei progetti più maturi. Ho lavorato per la prima volta con tutta la band che da qualche anno mi accompagna anche nei live. Nei testi c’è l’amore in tutte le sue forme, ma più che parlare di amore lo uso per parlare di vita, esperienze, frustrazioni e anche di morte. L’espressione ‘Stupido amore’ racchiude il dualismo di qualcosa che ti fa bene, ma che a volte puoi anche maledire: la copertina suggerisce proprio questo”.
Aver lavorato sin da subito accompagnato da una band, c’è anche la partecipazione del violinista Rodrigo D’Erasmo, ha offerto più forza e solidità all’intero disco. “L’album arriva dopo quello realizzato che con Coco, ‘Bromance’ (uscito nel 2021, ndr): questo è un lavoro molto suonato, è una necessità che è arrivata piano piano dopo tutti i tour di questi ultimi anni. Avevo voglia di avere la band al mio fianco nella lavorazione, con la direzione e la produzione di Lvnar e Alessandro Cianci. Credo che sia un’evoluzione di quello che ho sempre fatto, con un’identità più a fuoco”, sottolinea Mecna. Poi prosegue nel ragionamento: “Volevo fare un disco più organico, provengo da album con sonorità molto elettroniche di cui sono soddisfatto. Dopo il lavoro con Sick Luke, dopo ‘Mentre nessuno guarda’ e dopo il disco con Coco, cercavo un suono più maturo. Trovarmi ancora qui, all’ottavo progetto, a essere felice e appagato del mio lavoro, per me significa tantissimo”.
Tanti i temi trattati, senza mai rimanere in superficie: dai rapporti fra le persone, all’amore, fino alla morte e ai figli, che appaiono e scompaiono nelle canzoni. Quello di Mecna è un rap spesso, contenutisticamente e musicalmente. “L’età che avanza si è riversata in questo nuovo capitolo (sorride, ndr) - dice - sono sempre andato in profondità, ma con questo disco l’ho fatto di più, non solo su storie che ho vissuto sulla mia pelle. Mi sono aperto e ho inserito storie di altri. All’interno dei brani c’è qualche cosa che rimanda a un vissuto che va oltre me. Quando inizio a scrivere un pezzo non so quale direzione prenderà, si muove liberamente e solo in un secondo momento capisco dove mi ha portato. Ci sono temi che ritornano più volte, tutti derivati da uno ‘stupido amore’”.
Entra nel dettaglio: “Si parla di relazioni non solo amorose, ma anche con amici e genitori. Si parla del rapporto con Dio, anche di odio e, perché no, anche di morte perché ce l’abbiamo tutti i giorni davanti agli occhi. Poi va anche detto che molte storie, e questa è una bellezza, possono essere interpretate da chi ascolta”. Guè, Dargen D'amico, Coez, Drast e Bais sono le collaborazioni presenti. “Ho cercato di fare qualche cosa di diverso – conclude – sentivo che avevo bisogno di altre letture. Con Gué e Drast avevo già lavorato, con gli altri sono state prime volte. Tutti hanno lasciato il segno rendendo ancora più forti i brani”.