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Il disco del giorno: Charles Mingus, "The Great Concert of..."

Consigliato e raccontato da Carlo Boccadoro
Il disco del giorno: Charles Mingus, "The Great Concert of..."

Charles Mingus, "The Great Concert of Charles Mingus" (Cd Universal 980691-3)

Il titolo del disco è piuttosto fuorviante, non perché questo concerto non sia grande (altroché), ma perché gli conferisce un carattere di unicità che contrasta con l’ampio numero di serate memorabili del contrabbassista disponibili discograficamente (basti pensare ai dischi registrati al Cafè Bohemia, al Festival di Antibes e alla Carnegie Hall). In ogni caso si tratta di un album da comprare assolutamente, visto lo stato di grazia in cui il grande compositore e i suoi partners si trovavano nel 1964, quando l’album venne registrato in una tappa parigina del tour europeo. La formazione della band di Mingus in quegli anni prevedeva un sestetto ma il trombettista Johnny Coles fu vittima di forti problemi allo stomaco (che lo misero in pericolo di vita) proprio due giorni prima di questa esibizione francese; Mingus suonò dunque in quintetto, ma mise la tromba di Coles in bella vista su un leggio e la presentò allo stupito pubblico come fosse un membro effettivo del gruppo.

Stravaganze a parte il concerto fu incredibile, grazie alla potenza con cui Mingus riusciva a guidare il gruppo da dietro il proprio contrabbasso, spesso urlando furibondi ordini riferiti alla scaletta e sulla stessa struttura formale dei pezzi rendendo anche frequenti omaggi a molti suoi illustri predecessori, da Art Tatum e Fats Waller a Charlie Parker e Duke Ellington (forse il musicista che Mingus ha sentito maggiormente vicino). Solisti come Eric Dolphy e Clifford Jordan ai sassofoni formavano una formidabile accoppiata che poteva spaziare dal bop più aggressivo a scarnificanti momenti free dalla tensione strumentale entusiasmante (l’ascolto delle splendide improvvisazioni di Dolphy appare ancor più commovente sapendo che dopo due mesi il grande sassofonista sarebbe scomparso tragicamente nel pieno delle forze); altrettanto formidabili le esibizioni del pianista Jaki Byard, dal pianismo davvero incandescente, e del batterista Dannie Richmond, in grado di assecondare la complessa fantasia ritmica di Mingus come pochi hanno saputo fare.

Il repertorio del gruppo comprendeva pagine rodate a lungo come "Orange Was the Color of Her Dress" e "Fables of Faubus" ma anche composizioni più recenti come "So Long Eric", mentre davvero da antologia è la versione di "Sophisticated Lady", di cui Ellington sarebbe certamente andato fiero.

 

Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.

Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.

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