Il mese scorso è tornata sul palco per due spettacoli intimi che hanno registrato il tutto esaurito all’iconico Koko di Camden, a Londra, dove ha incantato il suo pubblico con un set composto da suoi precedenti successi, dai singoli recenti e da alcuni inediti contenuti nel nuovo album “Higher than heaven”, il quinto della sua carriera, in uscita venerdì 7 aprile: così Ellie Goulding ha riallacciato un rapporto con i fan dopo tre anni di silenzio discografico, tanti quanti ne sono passati dall’uscita del suo ultimo disco, “Brightest blue”. Forse ci si è dimenticati in fretta dei traguardi raggiunti dalla 36enne popstar britannica da quando nel 2013 la hit “Burn” la catapultò in testa alle classifiche internazionali, rendendola una sensazione pop anche fuori dal Regno Unito. Un anno e mezzo dopo sarebbe uscita “Love me like you do”, contenuta nella colonna sonora del film cult “Cinquanta sfumature di grigio”: un trionfo. Ad oggi Ellie Goulding ha venduto oltre 27 milioni di album in tutto il mondo e 218 milioni dinsingoli, totalizzando 43 miliardi di streams. Mica male. Nel nuovo album “Higher than heaven” la cantautrice racconta le sue consapevolezze, tracciando un bilancio della sua carriera a dieci anni esatti da “Burn”, dove tutto cominciò.
Anticipato dal singolo “By the end of the night”, il successore di “Brightest blue” è un disco elettropop che ha l’ambizione di riportare Ellie Goulding al suo posto nella scena internazionale: “Penso che sia stata una reazione quasi diretta alla pandemia e al fatto di non essere in grado di fare la cosa che amo di più, esibirmi dal vivo”, dice lei parlando delle sonorità e delle atmosfere del disco, luminose e taglienti, da pista da ballo. Tornerà in Italia in tour il prossimo autunno, per una data in programma il 2 novembre al Fabrique di Milano (biglietti in vendita da giovedì alle 9): per i fan italiani sarà la prima - ed unica - occasione per ascoltare live i brani contenuti nel nuovo album della cantautrice britannica, che non mancherà di eseguire dal vivo anche le hit del suo repertorio, dalla stessa “Burn” a “Miracle” (con Calvin Harris), passando per “Love me like you do”, “On my mind” e “Close to me”.
In “Higher than heaven” Ellie Goulding ha arruolato alcuni dei migliori hitmaker del pop degli ultimi anni: da Greg Kurstin (Adele, Sia, Elton John) a Jessie Shatkin (Charlie XCX, Years & Years), passando per Koz (Sam Ryder, Madonna, Dua Lipa) e Andrew Wells (Halsey, Yungblud). Spazio anche ad autrici e musiciste donne, come Julia Michaels (già dietro i successi di Selena Gomez, Shawn Mendes, Britney Spears, Justin Bieber), e Maureen McDonald (One Direction, Madonna) e Alexandra Tamposi (Beyoncé, Christina Aguilera, Demi Lovato, Miley Cyrus): “Era molto importante far parte del movimento MeToo per me e parlare apertamente di quello che mi è successo. Credo che le cose siano cambiate in meglio nell’industria musicale. Penso che il MeToo abbia avuto un effetto potente”, ha detto Ellie Goulding in una lunga intervista all’Evening Standard.
In passato la cantautrice criticò l’industria discografica per dare poco spazio a musiciste donne e raccontò di essere stata vittima di abusi psicologici (e non solo) da parte di un suo ex produttore: “Tutta la mia carriera è iniziata con il fatto di sentirmi subito un oggetto sessuale e di sentirmi vulnerabile nelle sessions in studio”. Oggi, dice, quell’esperienza continua in qualche modo a segnarla: “Sento di dovermi fermare quando mi sembra di essere troppo ambiziosa. Spesso faccio un passo indietro, soprattutto quando sono in presenza di uomini”, dice. Poi, parlando più in generale di salute mentale, aggiunge: “Per un giovane che inizia a muovere i suoi primi passi nell’industria musicale, gli eventi possono essere spaventosi. Sarebbe stato bello se qualcuno mi avesse detto che quello che stava succedendo non era normale. Si ha bisogno di un po’ di supporto in più. Ora fortunatamente le etichette discografiche forniscono consulenza e terapisti e tutto ciò di cui i giovani hanno bisogno per far fronte alle criticità”.