"I cani sciolti sono le persone che non seguono le correnti. Io mi sono presa la libertà che cercavo e che volevo, l’ho fatto in questo album”, ha raccontato Francesca Michielin durante la presentazione del suo nuovo album “Cani sciolti”. Nella nostra intervista video abbiamo approfondito il lavoro, perché ascoltandolo si respira una nuova aria di libertà per la cantautrice e le abbiamo chiesto quali sono i “cani sciolti che l’hanno ispirata”. “I miei ‘cani sciolti’ di riferimento sono diversi – dice Michielin – uno che ricordo con piacere è sempre Charles Mingus, che è stato un musicista oggetto anche della mia tesi di laurea. Si definiva ‘the underdog’. C’è tanta composizione jazzistica in questo disco, anche se magari non sembra. C’è uno studio accordale che si lega alla musica di un tempo e un uso del re bemolle prediletto proprio da Mingus. Ovviamente fra i miei ‘cani sciolti’ non può non esserci Carmen Consoli dal cui dialogo è nata una canzone del disco. È una cantautrice che mi ha aiutato molto anche a capire che cosa in primis volessi da questo progetto”.
Non è finita: “Poi ci sono i Verdena che cito in ‘Verbena’, altro pezzo dell’album. Tra l’altro ‘Verbena’ fu il loro primo nome storico – continua la cantautrice - loro mi piacciono da sempre perché hanno una voglia romantica di essere grunge. Un altro ‘cane sciolto’ che sarebbe bello rispolverare è Kiedis dei Red Hot Chili Peppers, che nel suo percorso ha dovuto lottare molto con la sua fragilità. Non essendo l'icona del maschio alfa nel rock, si è parlato molto a sproposito della sua vita personale. E lui ha risposto sempre mandando tutti a quel paese con la sua scrittura meravigliosa e la sua voce non perfetta. Anche il mio disco non è perfetto. Ci sono diverse tracce registrate in presa diretta, lasciando quindi delle imperfezioni. E lui mi ha ispirato a seguire questo approccio”.