Cosa succede dopo X Factor: i Santi Francesi alla prova del live

Siamo stati sotto il palco di un concerto del duo che ha vinto l'ultima edizione del talent.

C’è vita dopo X Factor? A un mese e mezzo dalla conclusione dell’ultima edizione del talent show di Sky – che è stato rinnovato, contro ogni pronostico, per almeno un’altra edizione, sempre sulla pay tv – i vincitori vanno in tour, sfruttando l’onda mediatica del programma. Per i Santi Francesi si tratta di un ritorno al loro habitat naturale: Alessandro De Santis (voce e chitarra) e Mario Francese (tastiere e programmazioni), come hanno giustamente rivendicato loro dopo la proclamazione, lo scorso dicembre, non sono arrivati sul palco del talent passando per scorciatoie, ma forti dei tanti chilometri macinati in furgone in giro per l’Italia tra un club e l’altro, partecipando a concorsi su concorsi e andando a suonare ovunque capitasse. “La precedente esperienza televisiva ha fatto in modo che questa fosse più leggera, più morbida. Siamo venuti qui senza alcun tipo di pretesa, di aspettativa, cercando di comunicare con la nostra musica e parlando il meno possibile. Abbiamo posto ad autori e produzione dei paletti: ‘Ci piacerebbe far parlare solo la musica’, abbiamo detto. Il nostro territorio non è stato invaso”, hanno spiegato loro all’indomani della vittoria. Oggi il titolo del talent lo nominano una sola volta, sul palco del Largo Venue di Roma, durante la seconda delle due date capitoline del tour che è partito dal Teatro della Concordia di Torino lo scorso 18 gennaio e chiuderà lunedì sera al Viper Theatre di Firenze: “Qualcuno di voi ci ha conosciuto in un programma tv – dicono prima della cover di “California” dei Phantom Planet, quando hanno già iniziato a scorrere i titoli di coda del breve concerto, appena quindici canzoni che si susseguono una dietro l’altra nel corso di un’ora e poco più – sì, X Factor. In questo programma ad un certo punto siamo arrivati in finale. E abbiamo fatto un pezzo, questo”.

Quel territorio che gli autori di X Factor non hanno invaso ora ha una forma concreta: è il perimetro del palco sul quale si esibisce il duo (accompagnato alla batteria da Daniel Fasano, che oggi è uno dei più apprezzati e richiesti della scena pop-rock italiana, capace di spaziare da Irama a Mario Biondi, da Samuel dei Subsonica a Gianna Nannini, ma che per i millennials resterà per sempre il batterista dei dAri), che nella dimensione in cui si trova maggiormente a proprio agio offre la sua idea di live, lontano dalle telecamere e senza televoti aperti. I Santi Francesi ripercorrono idealmente la loro storia, quella di due ragazzi partiti dalla provincia – nel loro caso quella piemontese: sono di Ivrea – per inseguire il sogno di vivere di musica. “Siamo dei fiori nel fiore degli anni”, cantano loro, 23 e 24 anni, in “Giovani favolosi”, il brano con il quale nel 2021 vinsero Musicultura, un anno prima di entrare a X Factor. Tra quelli in scaletta, non è l’unico brano pescato dal periodo precedente alla partecipazione del duo al talent show: dall’album d’esordio “Tutti manifesti”, uscito addirittura nel 2019, quattro anni fa, arrivano “Bianca”, “Cartapesta”, “Elena” e “Vaniglia”, quest’ultima leggermente riarrangiata rispetto alla versione originale, suonata da Alessandro accompagnandosi alla chitarra acustica.

Alessandro e Mario hanno fame di musica suonata, di sudore e di calli sulle dita, e lo raccontano senza troppi giri di parole, sottolineando anche la loro urgenza espressiva: “È troppo tempo che rimango zitto / oggi ho deciso di tagliare il freno / che la mia lingua possa dire il vero / questo è l’istante prima del conflitto”, dicono in “Buttami giù”, pubblicata nella primavera dell’anno scorso, mentre vincevano le ultime esitazioni legate alla possibilità di presentarsi ai provini di X Factor, dopo essere rimasti scottati nel 2017, appena diciottenni, dalla breve avventura nell’altro talent della tv italiana, “Amici” (ma all’epoca erano un trio e si chiamavano The Jab). Da allora di strada ne hanno fatta, facendosi largo a modo loro nella scena indie-rock italiana e stringendo rapporti con alcuni dei suoi protagonisti. I Fast Animals and Slow Kids non ci sono, a Roma, ma i Santi Francesi suonano comunque “Spaccio”, il brano nato dall’incontro con la band perugina capitanata da Aimone Romizi: “Questa canzone è nata a un loro concerto: pogavano tutti”, raccontano Alessandro e Mario.

Il dato interessante da registrare è che gran parte dei ragazzi nel pit sembra essere lì non tanto per “Non è poi così male”, la canzone con la quale i Santi Francesi si sono presentati a X Factor e che nel corso delle varie puntate del talent è diventata il loro cavallo di battaglia, o per le cover di “Un ragazzo di strada” dei Corvi, “Ti voglio” di Ornella Vanoni e “Creep” dei Radiohead, tutte proposte con successo in tv: il pubblico canta all’unisono con Alessandro anche gli altri pezzi del repertorio del duo, da “Buttami giù” a “Medicine”. Su “Il pagliaccio” il frontman scende dal palco e dopo essersi fatto sistemare un’asta per il microfono in mezzo al pit comincia a cantare la canzone tra il pubblico: “È quella che forse descrive al meglio il nostro modo di fare musica. Parla di quella fortissima, vorace paura di perdere qualcuno o qualcosa che abbiamo. Dall’inizio della serata fino a questo momento non abbiamo fatto altro che i deficienti, perché è quello che superficialmente siamo. Però con questa canzone vogliamo ringraziarvi perché voi state rendendo possibile la nostra vita, ci state facendo divertire e ci state permettendo di fare quello che amiamo: ci state tenendo in vita”.

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