Il nuovo lavoro si intitola “Doggerel”, che se proprio volessimo dargli un significato, leggendo il dizionario Oxford Languages, vuol dire “versi o parole scritte o espresse malamente”. Ma di ‘doggerel’ nel nuovo album dei Pixies, in uscita il 16 settembre, davvero non ce n’è. Anzi, David Lovering, batterista del gruppo di Boston dal lontano 1986, siamo addirittura davanti ad uno degli album migliori della band; “Non ero così contento di un nostro lavoro dai tempi di ‘Doolittle’”, ci dice. “È un album che mi ha coinvolto emotivamente moltissimo, trovo che il nostro suono sia cresciuto, il nostro modo di essere una band è cambiato, e lavorarci mi ha dato lo stesso entusiasmo che ho provato lavorando a ‘Doolittle’. Non mi capitava da un po’, il che non vuol dire che quello che abbiamo fatto in passato non valesse la pena, ma che questo album ha una qualità che altri album forse non aveva”.
Il nuovo equilibrio dei Pixies
Che sia davvero così per molti versi lo si avverte ascoltando l’album, i Pixies, nati, morti, rinati, cambiati, sembrano aver trovato nuovamente il loro perfetto punto di equilibrio e una libertà espressiva che permette a Black Francis e agli altri di muoversi all’interno della cornice del rock con una libertà che forse prima loro stessi si sono concessi di rado. “Mi sembra che abbiamo raggiunto un punto di coesione evidente, nel quale ognuno di noi fa esattamente quello che sa e che vuole fare”.
La pensa così anche Paz Lenchantin, bassista, arrivata a sostituire Kim Deal dal 2014: “Credo che tutto in ‘Doggerel’ abbia un senso”, dice ridendo, “tutto è stato realizzato nella maniera migliore. Tom (Dalgety, il produttore dell’album, ndr) è arrivato con le sue idee e all’inizio alcune io pensavo non fossero adatte a noi, e invece aveva una visione chiara del lavoro, sapeva dove dovevamo andare e come portarci li e ci ha guidati in tutto il viaggio in maniera eccellente. Ci conosce, sa esattamente chi siamo e quali sono le nostre doti individuali, ma al tempo stesso ci conosce come band, e riesce in questo modo a farci tirare fuori il meglio di noi stessi. C’è voluto del tempo per arrivare a questo, il lavoro degli scorsi anni ci ha portato al nuovo equilibrio che stiamo vivendo oggi”.
L'enigma svelato
Sarebbe interessante sapere come ha fatto Dalgety a ‘svelare’ l’enigma musicale dei Pixies, come ha saputo soprattutto, una volta svelato, rimetterlo insieme e nasconderlo all’interno di un album che suona ‘nuovo’ ma al tempo stesso è immediatamente riconoscibile come un album dei Pixies, convenzionale e non convenzionale, prevedibile e sorprendente. “La band è una band”, dice ancora Lenchantin, “lo ripeto in tante interviste, ha una sua anima che non è esattamente frutto della somma matematica delle nostre personalità. Il che vuol dire che al di la della nostra singola volontà noi abbiamo il suono dei Pixies, perché quella è la voce della band. E mi piace essere arrivata a questo punto, perché io sono arrivata in un treno che già era in corsa, in una band che aveva già il suo suono. Mi ci è voluto del tempo per essere realmente nella band, imparare cosa volesse dire il mio ruolo, uscire dalla posizione di una ‘fan’ che ama la musica dei Pixies e diventarne un elemento portante. È una bella soddisfazione”. In un mondo musicale nel quale le individualità vengono esaltate, dj, rapper, trapper, cantautori, interpreti, tutti sostanzialmente soliti, e in cui le band hanno spazi residuali del mercato, è straordinario trovare invece una band che non ha solo un nome collettivo, ma che si comporta da band, vive da band, suona da band è sempre più difficile.
Un'eredità contemporanea
Certo i Pixies vengono da un’era in cui le band avevano senso, importanza, ruolo, quindi è quella l’eredità che si portano appresso e che ripropongono con forza, ma è con questo nuovo lavoro che questa eredità sembra entrare a pieno titolo nella contemporaneità, anche per merito della stessa Lenchantin, che ha immesso nuova energia nel gruppo, “è stata anche in grado di farmi suonare meglio!”, aggiunge ridendo Lovering.
“Doggerel” non è nato con un progetto vero e proprio, “Non avevamo idea di cosa poteva accadere con la pandemia”, dice Lenchantin, “non sapevamo cosa stava accadendo e cosa sarebbe potuto accadere ancora, era una situazione assurda, non sapevamo nemmeno se ci saremmo rivisti. Avevamo una data per cominciare a lavorare e solo un mese prima Black Francis ha iniziato a scrivere i prima, come se qualcosa fosse scattato nella sua mente. Ha messo insieme più di quaranta demo, ma è stato quando ha iniziato a lavorare con Tom che le cose sono cambiate, ha ascoltato quello che Charles aveva realizzato e ha indirizzato il lavoro. Siamo arrivati in studio e le idee erano chiare, abbiamo iniziato a lavorare sulle canzoni insieme, senza badare ai demo o alle prove”.
Un suono live
Il suono dell’album è molto vicino al suono che la band ha oggi dal vivo, “abbiamo raggiunto un livello di coesione notevole”, dice Lovering, “i nostri concerti non hanno una set list definita, non lavoriamo su una scaletta ma preferiamo avere un countdown. Decidiamo solo il brano di apertura, poi cerchiamo di capire che aria tira tra il pubblico, e di regolarci di conseguenza. Tornare in concerto dopo questa pausa è stato bellissimo, per noi e per il pubblico, non uno spettacolo ma un’avventura”. Avventura nella quale “Doggerel” gioca un ruolo importante, “perché è certamente bello suonare i pezzi per i quali i Pixies sono seguiti ed amati”, dice Lenchantin, “ma è fantastico suonare i pezzi nuovi, vedere la reazione del pubblico a brani che non ha ascoltato prima, e soprattutto la nostra, perché ci ridefiniamo ogni sera. Si creano dei momenti in cui noi stessi non sappiamo cosa sta per accadere”.
Un grande presente, dunque, con l’album nuovo in uscita, ma anche un grande futuro in arrivo: “Abbiamo avuto una storia ricca, complicata, ma bellissima”, dice ancora Lovering, “ma penso che siamo all’inizio di una fase nuova. E’ cambiato il mondo attorno a noi, lo streaming, i live, il modo in cui i ragazzi ascoltano la musica e quello in cui la vivono. Per un musicista è un momento molto interessante e ci piace che i Pixies siano ancora qui”.