“Questa è musica di sopravvivenza e perseveranza. Questa è sempre stata la nostra principale forza trainante", dichiara Eugene Hutz, frontman dei Gogol Bordello che, dopo alcune date estive in Italia, hanno ufficializzato il loro ritorno sulle scene dopo cinque anni con il disco “Solidaritine”, in uscita il 16 settembre. "Vogliamo solo regalare al mondo un album senza tempo con messaggi umani". Il loro ottavo album è ispirato dalla sopravvivenza di fronte alle avversità, un tema che può essere applicato alla pandemia tanto quanto alla guerra in corso nella loro nativa Ucraina.
"La nostra musica è sempre stata incentrata sulla resistenza", continua Eugene. “Il rock 'n' roll esce da un luogo reale. Prendi un gruppo di persone che hanno subito traumi. Creano musica, ottengono successo insieme, diventano più sperimentali e vivono alcuni anni di relativa calma. Poi all'improvviso, l'umanità va incontro a problemi giganti come la pandemia e la guerra. Questo è il momento in cui il rock 'n' roll torna necessario e quel gruppo, infatti, torna a fare musica". La band ha recentemente pubblicato il singolo "Teroborona" ft. The Cossacks dedicato alle unità di protezione civile dell'Ucraina. I Gogol Bordello hanno appena completato un primo tour europeo, hanno presentato anche "Take What You Can Carry", una canzone per i rifugiati, accompagnata da due video, uno in inglese e l'altro in ucraino. Il disco, prodotto da Walter Schreifel (Gorilla Biscuits, Quicksand, Rival Schools), conterrà una cover di “Blueprint” dei Fugazi e anche la partecipazione di H.R.
"Quello a cui stai assistendo in questo periodo: l'eroismo del popolo ucraino, l'eroismo del presidente, che è stato totalmente all'altezza dell'occasione, è strabiliante per il mondo. È più noto agli stessi ucraini, è qualcosa - racconta ancora il frontman della band, ucraino di nascita, il quale ha già organizzato svariati eventi e raccolte fondi esponendosi direttamente riguardo al conflitto - su cui possiamo sempre contare". I Gogol Bordello sono una macchina da concerti che si basa su una patchanka di suoni che parte dalle melodie gitane dell'est Europa, miscelandosi al punk e al rock, il tutto con una strumentazione complessa e fragorosa e la presenza scenica non indifferente.
Di origini diverse (est europee, asiatiche) i membri della band si conoscono nelle strade di New York durante gli anni '90, nel giro di pochi anni affinano la loro idea musicale, la loro formula di punk gitano si presenta al mondo con l'ep "East Infection" e poi con il loro primo disco "Gypsy Punks: Underdog World Strike", l'album che li ha portati alla celebrità internazionale. Da allora hanno pubblicato anche "Super Taranta" e "Trans Continental" fino ad arrivare al loro ultimo disco in studio "Seekers and Finders" del 2017. In questi quindici anni hanno fatto centinaia di concerti e decine di tour collaborando anche con artisti come Goran Bregovic e Madonna.