Se c'è un artista che - musicalmente parlando - può vantarsi di avere sette vite, quello è proprio Fatboy Slim: conosciuto ai più come l'alfiere del big beat che nella seconda metà degli anni Novanta ha sconvolto i dancefloor di tutto il mondo con hit come "The Rockafeller Skank" e "Praise You", Norman Cook - questo il vero nome dell'artista, nato a Bromley, Regno Unito, il 31 luglio del 1963 - non è stato sempre e solo un asso della consolle, ma ha spaziato dal guitar pop degli Housemartins (la sua prima band, con la quale nei tardi anni Ottanta raggiunse, seppur fugacemente, i piani alti delle chart britanniche) all'acid jazz, senza farsi mancare collaborazioni prestigiose con autentiche leggende del rock come Iggy Pop e David Byrne.
Per celebrare degnamente il suo compleanno, abbiamo pensato di offrirvi una selezione dei migliori capitoli della carriera del DJ, produttore e polistrumentista inglese non ascrivibili alla sigla che l'ha reso universalmente celebre: dalla cover di "In the Ghetto" e dai campionamenti dei Clash con i Beats International alla dance evoluta dei Brighton Port Authority, ecco il meglio del Fatboy Slim... in incognito.
"Happy Hour", Housemartins
"Caravan of Love", Housemartins
"Won't Talk About It", Norman Cook
"In the Ghetto" (cover di Mac Davis), Beats International
"Dub Be Good To Me", Beats International
"Turn On, Tune In, Cop Out", Freak Power
"Happiness", Pizzaman
"Toe Jam" (feat David Byrne e Dizzee Rascal), Brighton Port Authority
"He's Frank (Slight Return)" (feat. Iggy Pop), Brighton Port Authority