Così parlò Steve Albini

Nella giornata di oggi il produttore statunitense compie 60 anni

Sono diverse le ragioni per adorare Steve Albini (che oggi compie 60 anni) e per considerarlo uno dei personaggi più sottovalutati sulla scena rock internazionale negli ultimi trent'anni e oltre: il suoi lavori come musicista (con Big Black, Rapeman e Shellac) e come mago dello studio (con Nirvana e Pixies su tutti, ma anche con una miriade di band indipendenti di tutto il mondo, Italia compresa - Uzeda, Three Second Kiss e Zu, tanto per citarne qualcuna) parlano da soli, certo. A rendere unico il musicista nato in California ma residente a Chicago, tuttavia, è una cosa comprensibile anche chi la musica la vive non da addetto ai lavori: l'atteggiamento.

Passione, umiltà e realismo: sono queste le stelle polari che l'hanno guidato e che gli hanno permesso, in un'epoca di cambiamenti radicali che hanno visto precipitare dalle stelle alla polvere diversi suoi colleghi, di restare un punto di riferimento per quanti pensino che un ecosistema musicale - chiamarla "discografia" sarebbe riduttivo, e non renderebbe giustizia alla sua visione, che è molto più ampia e ricca - diverso da quello che ci vendono tutti i giorni sia possibile.

Ecco perché, invece di mettere in fila le sue canzoni o registrazioni (perché lui "registra" i gruppi che in studio si mettono nelle sue mani, non li "produce") migliori, abbiamo scelto - specie a beneficio dei più giovani, che potrebbero non conoscerlo - di offrirvi una selezione di sue citazioni, nel tentativo di sintetizzare l''Albini-pensiero' in una vademecum per una band o un artista che stia muovendo i primi passi nel magico e disgraziato mondo dello spettacolo. Non privatevi del piacere di leggerle, e di imparare qualcosa da uno che la storia del rock l'ha fatta davvero - e continua a farla - con una sobrietà e una competenza che oggi sono appannaggio di pochissimi.

- "Se per fare un disco ci vuole più di una settimana, vuol dire che qualcosa è andato a puttane"

- "Cerca di sapere quello che vuoi fare, prima di farlo. Girare manopole a caso non è più illuminante di tirare della vernice su un muro con una benda sugli occhi per dipingere un quadro"

- "Trova persone che la pensino come te, e stacci insieme. Fai solo musica che ti appassiona. Lavora solo con persone che ti piacciono e delle quali ti fidi. E non firmare mai niente"

- "Non fate errori: una volta che un gruppo firma una lettera di intenti, o dovrà firmare un contratto che fa comodo all'etichetta, o verrà distrutta"

- "Comprate da mangiare nei negozi di alimentari, anche quando siete in tour (...) Per meno di quello che spendereste per un Big Mac, delle patatine e una Coca Cola potrete comprare pane fresco, del buon formaggio o roast-beef, che vi piaceranno senz'altro di più"

- "Oggi come oggi, tutte le rock band sono abbastanza avvertite per sospettare di quei bastardi dell'industria discografica"

- "Non mi interessa essere parte della cultura mainstream. Fare parte dell'industria musicale mainstream per me è come fare parte di un racket: non c'è modo di essere coinvolto in un racket senza farcisi sporcare"

- "Non ci sarà più un'industria musicale di massa, e per me questo è un bene, perché l'industria non opera a beneficio dei musicisti e del pubblico, che sono le uniche due categorie che mi stanno a cuore"

- "Negli studi si usa molto ProTools, ma per gli effetti speciali dei quali dispone, non per la qualità del suono. Ma presto questi effetti speciali passeranno di moda, e non credo che questa tendenza continuerà"

- "Non voglio e non vorrò mai dei diritti sui dischi che registro. Credo che pagare con i diritti d'autore chi si occupa della registrazione di un disco sia indifendibile. Il gruppo scrive le canzoni, e le suona. I fan comprano di dischi. Ed è la band a essere responsabile di un ottimo disco o di un disco orribile. I diritti d'autore sono dei gruppi. Io voglio essere pagato come un idraulico. Faccio il mio lavoro, e vengo pagato per quello che vale"

- "Mi sono sempre sentito offeso quando, in studio, un tecnico del suono o quello che si considera o viene considerato il produttore inizia a comandare la band: mi è sempre sembrato terribilmente insultante"

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