Quando i R.E.M. si inventarono il giardinaggio notturno
In copertina un gargoyle di Notre Dame: una creatura fantastica e mostruosa, ma colta in atteggiamento pensieroso, su sfondo scuro. Tra i solchi, canzoni dal significato ancora più oscuro, con testi come “Da qualche parte dev'essere tempo di penitenza/Il giardinaggio di notte non vale mai la pena”
Una delle componenti che hanno reso i R.E.M. un nome fondamentale del rock americano dagli anni ’80 in poi era già presente fin dai loro esordi: il mistero.
E nel loro primo EP “Chronic town” - che viene ristampato per i 40 anni - il mistero avvolge quasi ogni cosa. Come in un film di David Lynch, la band disseminò indizi apparentemente assurdi: dal titolo della seconda facciata (“Poster torn”, una frase di "Carnival of Sorts (Boxcars)” come il titolo dell'EP) a quelli di canzoni che parlavano di “lupi, più in basso” o appunto di “Giardinaggio notturno”, in canzoni che univano il folk rock anni ’60 con un attitudine che arrivava dal post-punk.
Le origini: dal primo singolo al primo EP
Nel 1981 i R.E.M. incisero e pubblicarono il primo singolo: “Radio Free Europe”, ma avevano litigato con Jim Hibbert della Hib-Tone, che aveva remixato la canzone senza autorizzazione. Il manager della band riuscì a convincere ad accettare una cifra simbolica (2000 dollari) per liberare la band dal contratto e cedere anche i diritti della canzone: il discografico aveva bisogno di soldi e accettò.
Nel frattempo i R.E.M. avevano attirato l'attenzione della I.R.S. Records, l’etichetta di Miles Copeland III, fratello di Stewart dei Police. Fu una svolta per la band: la IRS avrebbe pubblicato tutta la prima discografia del gruppo fino all'87, inserendoli in un catalogo che avrebbe segnato gli anni ’80 del rock alternativo. assieme a Go-Go’s, Squeeze, The Alarm, Wall Of Voodoo.
Tra il primi singolo e il primo album (il leggendario “Murmur” dell’83), i R.E.M. scelsero una via intermedia: la prima pubblicazione per la I.R.S. fu un EP di 5 canzoni. Sarebbe rimasto fondamentale nel catalogo della band sia per le canzoni sia perché negli anni succrssivi non fu facilissimo da recuperare: in CD arrivò solo 6 anni dopo, come “bonus” di “Dead letter office”, raccolta di rarità; da lì in poi è stato ristampato diverse volte, ma sempre in vinile.
La nuova ristampa in uscita ad agosto non aggiunge inediti, ma vede l’EP per la prima volta stampato autonomamente in CD: in 40 anni non era mai stato pubblicato in questo formato.
Le canzoni
5 gemme di jingle-jangle (il classico suono arpeggiato della Rickenbacker, che Peter Buck aveva imparato da Roger McGuinn dei Byrds) ma con im tiro che più che dal folk-rock anni ’60 arrivava da band post-punk come i Wire e i Gang of Four. Il tutto condito dalla voce magnetica di Stipe e dai suoi testi evocativi ed incomprensibili.
Il centro rimane “Gardening at night”, canzone che la band nel corso delle sue occasioni ha suonato spesso, ma solo nelle occasioni speciali. ““Alcune persone pensano che riguardi mio padre; alcune persone pensano che parli di droghe; e alcune persone pensano che parli di giardinaggio di notte. È tutte queste cose assieme”, raccontò in seguito Stipe.
Le altre canzoni sono rimaste nel cuore dei fan della band, anche se sono state risuonate molto più raramente. Con un’eccezione: quando la band nel 2007 suonò per cinque sere di fila in un teatro di Dublino per testare le canzoni che sarebbero diventate quelle di “Accelerate”, ripropose anche quasi tutto l’ep, con l’eccezione di “1,000,000”.
Nella nuova ristampa mancano purtroppo i numerosi demo del periodo (che circolano abbondantemente tra i fan), ma anche le versioni alternative, soprattutto quelle di “Gardening at night”, tra cui una lenta e ancora più misteriosa pubblicata qualche anno dopo come bonus track: la si trova comunque sulle piattaforme. Detto questo, “Chronic town” rimane un punto di partenza per riscoprire le origini di un mito e di un mistero.