Pau Dones, leader e frontman degli Jarabedepalo, ci ha lasciato il 9 giugno di due anni fa, all'età di 53 anni, a causa di un tumore allo stomaco che gli era stato diagnosticato nell'agosto del 2015 e che, dopo un primo momento in cui pareva potesse guarire, non gli ha lasciato scampo. Ricordiamo qui il musicista spagnolo pubblicando la nostra recensione del secondo album del suo gruppo, "Depende", uscito in Italia nel 2000, ma in realtà datato 1998.
Forti del successo di "La flaca", gli Jarabe de Palo arrivano in Italia con questo loro secondo album, che in Spagna è già vecchio di due anni e che da noi giunge arricchito di una versione italiana del brano che dà il titolo all'album, "Dipende", e di un duetto con Celia Cruz in "A lo loco". Il momento è più che mai congeniale alla musica latina, che anche quest'estate dovrebbe dominare le classifiche: quale periodo migliore, dunque, per proporre a un pubblico desideroso di ritmi latini la ricetta degli Jarabe de Palo?
Una ricetta che mescola rock, cantabilità, qualche chitarra flamenca e l'inevitabile contaminazione cubana, all'insegna di sonorità che hanno quel tanto che basta per suonare un po' esotiche, senza essere troppo diverse da quello che un orecchio medio è abituato ad ascoltare. Il disco di Pau Donés e compagni è un album all'insegna del ritmo, della solarità e della semplicità, con qualche momento più raccolto, come in "Agua", brano che in Spagna è andato fortissimo e che parla di amicizia e di amore tra un uomo e una donna.
Il brano che trascina l'album è "Dipende/ Depende", che presenta gli Jarabe de Palo sotto una veste diversa rispetto a "La flaca". Dove prima c'era la sensualità di un brano che dipingeva il paesaggio di un'isola capace di stregare come una donna, ora c'è la leggerezza di spirito di una cantilena che parla della relatività di colori, sentimenti e sensazioni.
Più raccolta è "Te miro y tiemblo", un brano in cui Pau duetta con i Ketama che regalano, con la loro voce e le loro chitarre, un assaggio di autentico flamenco. Per il resto, i brani dell'album presentano sonorità pop/rock reinterpretate con l'aggiunta di più o meno massicce dosi di ritmi spagnoleggianti.
"Depende" è un album che si ascolta con grande facilità, un album musicalmente "scanzonato", anche se poi i testi non sono poi sempre leggeri e divertiti: "Realidad o sueño", a metà strada tra Marzullo e Calderon de la Barca, si interroga sul rapporto tra i sogni e la vita; "Duerme conmigo" parla invece di solitudine, anche quando si è circondati dalla folla. Molte le canzoni che parlano di amore, sempre un amore finito o contrastato, come in "Vive y deja vivir" o "Mi mundo en tu mano". Ma la musica è sempre piena di carica, con un ritmo che obbliga a muoversi. E questa è l'arma vincente degli Jarabe de Palo, l'aver confezionato delle canzoni che forse non hanno la sensualità di "La flaca" ma sono comunque trascinanti, facili da sentire, da seguire, da cantare. E se "La flaca" aveva il merito di riuscire a comunicare le emozioni di cui parlava con il ritmo, forse in "Depende" non c'è una canzone altrettanto riuscita, ma la versione italiana, curata da Jovanotti, del brano che dà il titolo all' album, ha tutti gli ingredienti per candidarsi a diventare un tormentone estivo.