Tanto è scivoloso il terreno su cui incespica, oggi, l’industria musicale, che è bastato un ritardo nella pubblicazione di due dischi, i nuovi album di Coldplay e Gorillaz, a scombinare i budget della EMI Music, quarta major al mondo.
Soprattutto per questo (ma anche per i riordini più lenti da parte dei commercianti nell’ultima parte dell’anno), la società inglese ha chiuso l’anno finanziario, il 31 marzo scorso, con un calo del 7,4 % nel fatturato discografico (e una quota di mercato ridotta da 13,5 a 12,9 %), solo in parte controbilanciato da una crescita (+ 4,9 %) del giro d’affari della società, EMI Music Publishing, che gestisce il business delle edizioni musicali (royalty fonomeccaniche, diritti di pubblica esecuzione, sincronizzazioni ecc). Nonostante un leggero miglioramento nel margine operativo di gruppo (dall’11,8 al 12 %) e i risparmi conseguiti nei costi di esercizio (35 milioni di sterline all’anno, che dovrebbero salire a 50 nel corso del 2005) i profitti lordi si sono ridotti del 13,1 %, a 141,9 milioni di sterline. .
Interessante il dato sulle vendite di musica digitale, triplicate a 49,7 milioni di sterline (il 2,5 % del fatturato totale e il 3,5 % dell’ultimo trimestre). Quanto basta a diffondere ottimismo tra i vertici aziendali: “Siamo convinti”, recita una nota allegata ai dati preliminari di bilancio, “che la musica digitale darà una spinta decisiva all’industria nei prossimi anni con tassi di crescita interessanti, fino ad assumere una quota significativamente maggiore nel nostro giro d’affari”.
La EMI cita Robbie Williams (oltre 6 milioni di pezzi venduti con il “Greatest hits”), Norah Jones (altri 4 milioni di copie complessive con i suoi due album, “Come away with me” e “Feels like home”), Tina Turner, Beastie Boys, Blue, Kylie Minogue, Lenny Kravitz e Moby tra i suoi best seller dell’anno, a fianco di talenti emergenti come Joss Stone (2,8 milioni di copie venduti con “Mind, body & soul”), Keith Urban e Yellowcard.
La casa discografica parla di un miglioramento generale delle condizioni di mercato nel settore tradizionale dei Cd audio: e dedica una menzione speciale all’Italia, dove il business “ha continuato a migliorare con significativi miglioramenti della quota di mercato nel corso dell’anno”, grazie ad album di produzione locale come quelli di Vasco Rossi e Tiziano Ferro, “entrambi tra i più venduti dell’anno”. .