Dal punto di vista strettamente compositivo, alcuni dei frammenti presenti nella suite risalgono addirittura al 1969. Banks: “'The
Guaranteed Eternal Sanctuary Man' e 'As Sure As Eggs Is Eggs' le avevo scritte ai tempi dell’università, e sono essenzialmente lo stesso pezzo. Per quel che riguarda invece l’apertura di 'Lovers’ Leap', un giorno stavamo suonando da qualche parte, forse a Cleethorpes. Ero in camerino ad accordare la chitarra e provai quegli accordi. La stanza aveva un’acustica fantastica e la sequenza sembrava meravigliosa. Entrò Mike e mi disse che era bellissima: imparò gli accordi e la suonammo insieme. In seguito, la facemmo sentire agli altri. Non sapevamo ancora cosa ne avremmo fatto, ma era un buon punto di partenza”.
'Willow Farm', invece, era già stata scritta da Peter interamente, compreso il testo, mentre 'Apocalypse In 9/8', secondo Rutherford, “fu composta nella scuola di danza ‘Una Billings’, dove stavamo provando. Peter non c’era, così Phil, Tony e io lavorammo alla parte strumentale. Non ci fu niente studiato a tavolino: trovammo gli accordi e si creò subito l’atmosfera giusta”.
La struttura musicale di 'Lovers’ Leap' prevede ben tre chitarre a 12 corde (Tony, Mike e Steve), con Rutherford anche ai bassi a pedale e al violoncello e le due voci di Gabriel sovraincise. Un triangolo stacca delicatamente con un colpo ogni inizio di quartina, dove le chitarre acustiche delineano splendidi intarsi.
'The Guaranteed Eternal Sanctuary Man' è la sezione dove la canzone prende corpo anche ritmicamente: sugli arpeggi di chitarre, ora velocizzati, e percussioni leggere e tintinnanti, Peter e Phil cantano in coro sulla linea di pianoforte che si intreccia alle chitarre ancora arpeggiate. Una melodia di flauto sotto la scala del pianoforte precede l’arpeggio veloce dell’organo. Quando riprende il canto, la voce di Phil si aggiunge nuovamente a quella di Peter. Entrano anche i piatti e infine la batteria completa, mentre Hackett passa alla chitarra elettrica, da cui lascia partire note lancinanti sotto i cori di tutta la band (si distingue la voce di Tony), che preludono a inquietanti voci infantili che cantano in coro la frase “Ti culleremo, piccolo serpente”.
Richard Macphail: “C’era una vecchia chiesa vicino agli Island Studios di Basing Street dove andammo a prendere una mezza dozzina di bambini per cantare. C’è una grossa rappresentanza di popolazione immigrata dall’India in quella parte di Londra, famosa per il Carnevale di Notting Hill. Questo spiega perché metà dei bambini fossero di colore”.
La terza sezione è sottotitolata 'Ikhnaton And Itsacon And Their Band Of Merry Men': sugli arpeggi di Rutherford, Gabriel si adopera a un intervento al flauto che prelude a un’accelerazione ritmica. Phil asseconda il canto dapprima con una batteria leggera, poi con una vera e propria cavalcata sfidata dal riff continuo dell’organo. Tony ricama anche sotto la linea vocale, inserendo accordi sempre più cangianti sotto la base. Compare anche un breve solo di Hackett che sfocia in uno splendido intarsio sincopato di tastiere e chitarra con tecnica “tapping”, scandito dal charleston di Phil. Questa sezione viene ripetuta con l’intera band in grande spolvero: gli arpeggi inarrestabili dell’organo, la marcia di Phil e Mike, le rifiniture di Steve, il canto di Peter.
Il solo di chitarra rallenta fino a confluire, sull’incessante chitarra ritmica di Mike, in 'How Dare I Be So Beautiful?' La scena ora si placa, con il canto di Peter poggiato soltanto ai crescendo di due accordi di tastiera lontana che conducono a una repentina
trasformazione.
Banks: “La parte della mano sinistra la suonai con gli ottoni del mellotron, quella della mano destra la feci invece all’organo. Il suono era straziante, così proposi di attaccare questo pezzo alla parte precedente. Peter inserì nello stacco la domanda ‘a flower?’ che attenuava il contrasto fra un momento estremamente romantico e ciò che sarebbe avvenuto dopo, che era l’opposto. Fu un passaggio chiave”.
Qui comincia dunque "Willow Farm", scritta completamente da Gabriel, che si diverte con la voce: canta la prima parte normalmente, appoggiato dai cori in falsetto di Phil, poi si spinge un’ottava più in alto, con voce dapprima sforzata, quindi
cambiata dai filtri. Peter gioca anche con i suoni e le rime delle parole, mandando gli effetti vocali da destra a sinistra e poi in sincronia sui canali stereo. Un pezzo ritmato con l’ottimo basso di Mike e i suoni bizzarri della chitarra elettrica di Steve. Oltre che i cori della band intera, si percepiscono in questo segmento vari rumori: una portiera che sbatte, un fischietto da capostazione (usato da Phil) e il grido “all change”, cui segue una ripetizione della sezione precedente, rallentata alla fine.
Banks: “È un insieme di contrasti. Il forte contro il dolce, il romantico contro l’incredibilmente stupido. E ci siamo impegnati a rendere il romantico ancora più romantico, e lo stupido ancora più stupido. Quello che rende 'Supper’s Ready' diversa da 'The Musical Box' è proprio 'Willow Farm' messa lì in mezzo: fino a quel momento, infatti, il brano contiene essenzialmente dei movimenti acustici. È lì che decidiamo di fermarci e inserire questa sequenza che fa assumere alla musica una nota più elettrica che la rende più potente”.
Il testo è tratto da "Genesis - Tutti gli album tutte le canzoni" di Mario Giammetti, pubblicato da Il Castello, per gentile concessione dell'editore.