La nascita di quella che molti considerano la pietra miliare dell’intera carriera dei Genesis avviene per caso. Rutherford: “Là per là, non le prestammo grande attenzione. Stavamo registrando ed eravamo più concentrati sulle altre canzoni, senza nemmeno realizzare che durasse così tanto. Solo quando mettemmo i vari pezzi assieme ci rendemmo conto di cosa avevamo realizzato”.
Si tratta di una sontuosa suite in sette movimenti per una durata complessiva di circa 23 minuti che occupa l’intera seconda facciata di "Foxtrot", seppure preceduta da "Horizons". Per l’unica volta nella loro carriera, dunque, i Genesis si cimentano in una suite, come è uso fare in quegli anni. Rispetto a opere contemporanee come "Echoes" dei Pink Floyd, "Close To The Edge" degli Yes, "Tarkus" di Emerson, Lake & Palmer e "Thick As A Brick" dei Jethro Tull, tuttavia, "Supper’s Ready" gode di maggiore freschezza e una sottigliezza melodica di grande pregio, unendo magicamente i diversi frammenti che la compongono che si citano a vicenda nel corso dello svolgimento.
Si passa così dalla tenera melodia di "Lovers’ Leap" all’allegria di "Willow Farm", dall’inquietudine di "How Dare I Be So Beautiful" alle ritmiche irregolari di "Apocalypse In 9/8", lasciando nell’ascoltatore un senso di meravigliato compiacimento.
Banks: “È una vera canzone di gruppo, come lo era stata 'The Musical Box', e non c’è niente di più eccitante che entrare tutti insieme in sala prove e veder nascere qualcosa di molto forte. Questo vuol dire far parte di un gruppo”.
Sebbene tutti siano convinti della qualità, secondo Gabriel “quel brano fu un azzardo. C’era qualche resistenza nella band a causa della sua lunghezza, alcuni di noi erano molto nervosi per questo. Stavamo rischiando con materiale che sapevamo essere non commerciale, non avrebbe avuto passaggi radiofonici e rischiava di essere massacrato nelle recensioni. Nonostante questo, eravamo consapevoli che ne saremmo andati fieri. Io, di certo, non ero mai stato coinvolto prima così tanto”.
Rutherford: “Riuscimmo a mettere accuratamente su nastro ogni suono che eravamo capaci di produrre, per merito anche delle
persone con cui lavorammo in studio, il produttore David Hitchcock e il fonico John Burns. Entrambi sapevano cosa ci piaceva”.
Anche se in verità, secondo Banks, “le ultime parti della suite furono prodotte da noi con John Burns, Hitchcock ci ebbe poco a che fare”.
Tra l’altro, il protrarsi della registrazione di un pezzo così lungo comporta anche un’inattesa sospensione, perché come ricorda ancora Banks, “facemmo un tour italiano nel mezzo delle registrazioni di 'Supper’s Ready'”.
Il testo è tratto da "Genesis - Tutti gli album tutte le canzoni" di Mario Giammetti, pubblicato da Il Castello, per gentile concessione dell'editore.