Genesis, la storia di "Watcher Of The Skies" (2)

"Foxtrot" ha 50 anni, lo raccontiamo canzone per canzone

Qualche giorno dopo il soundcheck di Reggio Emilia, il testo del brano viene scritto in Italia. Banks: “Io e Mike scrivemmo il testo sul tetto dell’albergo di Napoli dove alloggiavamo, ammirando il paesaggio deserto. Ci venne l’idea di un alieno che arriva sulla terra trovando un mondo dove una volta doveva esserci stata vita, ma senza che nessun essere umano si riveli alla sua vista”.
Rutherford: “L’intero posto sembrava deserto, come se l’intera popolazione avesse abbandonato il pianeta. Che è sostanzialmente l’idea della canzone, il nostro unico pezzo di fantascienza”.

Oltre che dalla fantascienza, l’ispirazione arriva in realtà anche dal mondo dei fumetti.
Banks: “Avevo appena letto 'Childhood’s End' di Arthur C. Clarke, dove la popolazione si sposta verso un livello successivo e poi scompare. Fu divertente combinare quel personaggio con Uatu l’Osservatore ('The Watcher') della Marvel Comics, che poteva solo osservare senza interferire. Il testo era un misto dei due e lo scrivemmo in un giorno molto caldo mentre avevamo la sensazione che tutti fossero scomparsi”.

Seppure non in Inghilterra, la canzone viene pubblicata su singolo in alcuni paesi europei in una versione sensibilmente mutilata: questa parte infatti con due accordi d’organo per poi presentare tutta la parte cantata e chiudersi con una frase inedita cantata di Gabriel e Collins insieme, sul proseguimento della marcetta ritmica incrementata dalle percussioni e dal basso continuo, a cui viene aggiunto un breve solo di chitarra. Privo della magica introduzione, però, il brano perde gran parte del suo fascino.

Hackett: “Il punto di forza della canzone è a mio avviso, oltre che il testo, l’atmosfera costruita all’inizio, col ritmo che cresce sotto l’adagio del mellotron. L’introduzione del mellotron è come un’astronave che atterra, con la sezione ritmica terrena che va a incontrarla. Tagliare la intro significa distruggere l’intero oggetto della canzone, che così non decolla”.

"Watcher Of The Skies" fa il suo debutto live nel luglio 1972, prima ancora di essere pubblicata ufficialmente. Ben presto, diventa la migliore apertura di concerto possibile, posizione che mantiene in tutte le date dei tour di "Foxtrot" (1972/73) e "Selling England by the pound" (1973/74). Man mano che Gabriel affina i travestimenti, il brano acquisisce un ruolo preciso
anche dal punto di vista scenografico. A partire dal febbraio 1973, Peter si presenta sul palco con ali di pipistrello sulle spalle e cerone fosforescente intorno agli occhi, mentre nel tour successivo indossa anche un mantello a lustrini e un paio di guanti bianchi.
Per il "Lamb" tour, la canzone conquista il ruolo di ultimo bis (occasionalmente sostituita da "The Knife").
Qui, durante l’introduzione strumentale, la sagoma di Gabriel con le ali di pipistrello appare dietro lo schermo centrale.

Partito Gabriel, il brano torna in scaletta occasionalmente ma in adattamenti strumentali, costituiti dall’unione di introduzione e conclusione. Ciò accade nel "Trick Of The Tail" tour (con Collins e Bill Bruford alle batterie in una versione strumentale collegata al finale di "It") e nell’"Encore" tour del 1982, quando una versione simile, ma stavolta collegata a "The Lamb Lies Down On Broadway" ed espansa con accordi conclusivi aggiunti, viene suonata da Collins insieme a Chester Thompson.

Il testo è tratto da "Genesis - Tutti gli album tutte le canzoni" di Mario Giammetti, pubblicato da Il Castello, per gentile concessione dell'editore.


 
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