“Due destini”, la hit che nel 2001 catapultò la band di Federico Zampaglione in cima alle classifiche italiane permettendo all’album “La descrizione di un attimo” di superare quota 100 mila copie vendute (quando i cd si vendevano davvero), sarebbe arrivata solo una decina di anni più tardi. Segnando di fatto un nuovo esordio per i Tiromancino. Il primo, passato più o meno inosservato, risale al 1992. Ed è rappresentato da un disco che il frontman della formazione romana avrebbe in seguito ripudiato, liquidato con un paio di righe pubblicate nella sezione del sito ufficiale dei Tiromancino dedicata alla discografia: “Il materiale relativo a questo disco non è volutamente disponibile, perché purtroppo lo ritengo uno dei cinque dischi più brutti nella storia dell’umanità”.
Ma è davvero uno dei cinque dischi più brutti nella storia dell'umanità?
Troppo severo? Sì. A riascoltarlo oggi, a distanza di trent’anni esatti dalla sua uscita (anniversario che Federico Zampaglione, da sempre mente e anima di una band che non ha mai avuto una composizione fissa, sta festeggiando con un tour teatrale), “Tiromancyno” non suona affatto come “uno dei cinque dischi più brutti nella storia dell’umanità”: forse i testi – alcuni dei quali, peraltro, co-accreditati a Franca Evangelisti, autrice già dietro a successi di Renato Zero come “Madame”, “La favola mia”, “Il carrozzone” e “Amico” – sono un po’ acerbi, talvolta anche goffi, buffi, e forse è a quelli che alludeva Zampaglione quando ha cercato di depennare l’album dalla discografia dei Tiromancino dopo il successo di “Strade”, “Due destini”, “I giorni migliori”, “Per me è importante” e “Amore impossibile”, 500 mila copie vendute tra il 2000 e il 2004 insieme ai relativi dischi. Ma a livello musicale l’album suona davvero bene: nel 1992 Federico Zampaglione fa la spola tra il Locale di vicolo del Fico, storico club capitolino che forgiò lo stile della scuola cantautorale romana degli Anni ’90, quella che ruotava intorno a Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Riccardo Sinigallia (che nel 2000 entrerà di fatto a far parte dei Tiromancino: dalla collaborazione tra lui, Federico Zampaglione e suo fratello Francesco nascerà quel capolavoro che è “La descrizione di un attimo”, l’album della svolta della band), e il Big Mama, ritrovo degli amanti del blues (ci suonava anche Alex Britti). Nel disco queste due identità, una da cantautore, l’altra da ambizioso bluesman, convivono. Producendo, talvolta, anche qualche esperimento interessante.
Chi suona nel disco?
La formazione dei Tiromancyno che incide l’eponimo album di debutto della band è composta, oltre che da Federico Zampaglione, dal bassista Lorenzo Feliciati, dal tastierista Franco Di Luca e dal batterista Leonardo Cesari, figlio del pianista Umberto Cesari, considerato un vero maestro del jazz italiano, e allievo di artisti del calibro di Roberto Gatto, Agostino Marangolo e Maurizio Dei Lazzaretti. Questi ultimi due vengono coinvolti nelle sessions che portano alla nascita di “Tiromancyno”: il primo suona le percussioni in “Come un animale”, il secondo in “Cappuccetto Rosso”. Non solo le uniche guest star a partecipare alle registrazioni del disco d’esordio della band capitanata da Federico Zampaglione: il sassofono di “Non ne posso più” è suonato dall’americano Eric Daniel (oggi il suo curriculum comprende collaborazioni con Zucchero, Natalie Cole, Joe Cocker, Tom Jones, Amii Stewart, Stevie Wonder, Gil Evans), mentre la tromba è suonata da un altro virtuoso, Mike Applebaum (aveva già suonato con Zucchero e negli anni successivi avrebbe collaborato con Giorgia per “Mangio troppa cioccolata” e “Dimmi che ci tieni”).
Tra Raf e la versione romana della E Street Band
Le atmosfere proto-ItPop de “La descrizione di un attimo”, “In continuo movimento” e “Illusioni parallele” che nei primi Anni Duemila faranno dei Tiromancino gli anticipatori dell’indiepop degli Anni Duemiladieci (in “Fino a qui”, l’album-raccolta del 2018, Zampaglione duetterà con Tommaso Paradiso su “I giorni migliori” e con Calcutta su “Strade” e nell’album “Ho cambiato tante case” collaborerà con Franco126 e Gazzelle), nel disco del ’92 non ci sono: l’identità dei Tiromancyno è sospesa tra il Raf del grande successo, la versione romana della E Street Band di Bruce Springsteen e Zucchero. Dance, funk, soul, blues: c’è un po’ di tutto, nelle dodici tracce che compongono “Tiromancyno”. “E allora seguimi / io non ti lascio solo / la notte qui è di quelli come noi”, canta Zampaglione in “Adesso seguimi”, il pezzo che apre il disco, strizzando un po’ l’occhio alle hit di Raf: “Camminando piano andiamo incontro alla realtà / qui non c’è più nessuno / storie perse dentro a un bar”.
"Bello davvero senza pelo sul culo"
Nel testo de “Il gigante di gomma” il cantautore romano prende in giro, su sonorità che ricordano quelle di “You can leave your hat on” (che aveva portato Joe Cocker in cima alle classifiche sei anni prima, grazie alla colonna sonora del film “9 settimane e mezzo”), un culturista: “Bello davvero senza pelo sul culo / la ceretta fa miracoli / e un ritocco alle ciglia / le pinzette le hai rubate a mamma”, canta Zampaglione. “Un giorno qualunque” si apre invece con un giro di chitarra che fa un po’ “Ridere di te” di Vasco: “Un giorno qualunque con le mani in mano davanti alla tv / il solito film in bianco e nero da tempo non lo davano più”. Altri passaggi da menzionare, nel bene e nel male, sono “Come un animale” (“Come un animale che non si alza mai dal letto la mattina / neanche dopo due caffè / che fa colazione sotto le lenzuola / con le fatte biscottate e il tè”) e “Cappuccetto rosso” (qui il modello sembra essere “Overdose d’amore” di Zucchero, uscita tre anni prima: “Cap-puc-cet-to rosso! Cappuccé… Red!”, cantano i coristi).
Prima del successo
In “Dove hai messo l’anima” c’è la chitarra di Francesco Zampaglione, che insieme a Laura Arzilli diventerà un membro fisso dei Tiromancino intorno alla metà degli Anni ’90: con loro Federico getterà le basi del nucleo de “La descrizione di un attimo”, che - dopo album come "Insisto" del 1994, "Alone alieno" del 1996 e "Rosa spinto" del 1997, con l’ingresso di Riccardo Sinigallia troverà la formula dell’incantesimo che permetterà alla band di conquistare le classifiche. Per la cronaca: "Tiromancyno" vendette appena 3000 copie. Messo subito fuori catalogo dalla RCA, che lo pubblicò, l'album non è mai stato ristampato: tutte le canzoni sarebbero però state incluse nel 2008 nella raccolta "Le origini" (e oggi possono essere ascoltate su YouTube in versione ufficiale).