Rolling Stones, la storia di "Sweet Virginia"

"Exile on Main St." sta per compiere 50 anni: lo raccontiamo canzone per canzone

Sweet Virginia - 4:25

Sweet Virginia (Jagger-Richards)
Jagger: voce, armonica, cori • Richards: chitarra, cori • Taylor: chitarra, cori • Wyman: basso • Watts: batteria ••• Bobby Keys: sassofono • Jim Price: tromba (?) • Ian Stewart: piano
Registrazione giugno-luglio, ottobre 1970; giugno-ottobre, 30 novembre-dicembre 1971; gennaio-marzo 1972; Olympic Sound Studios, Londra; Nellcôte, Villefranche-sur-Mer, Francia; Sunset Sound Studios, Los Angeles
Produttore Jimmy Miller 
Fonici Glyn Johns, Andy Johns, Joe Zagarino


Le origini di "Sweet Virginia" risalgono a qualche anno prima delle registrazioni per "Exile". Un primo embrione del pezzo potrebbe essere stato scritto fin dal1969, ma non è certo. Una prima versione circolata via bootleg dovrebbe risalire al 1970, e una parziale conferma che il pezzo fosse in lavorazione all’epoca viene da Richards: “Non ricordo se sia stato il primo pezzo registrato per 'Exile'. Va oltre le possibilità della mia memoria, anche se è prodigiosa. Però mi ricordo che Mick aveva 'Sweet Virginia' pronta. Ho l’impressione che l’avessimo già suonata durante sedute precedenti, forse per 'Sticky Fingers' o per qualcos’altro. Quindi, era un lavoro in corso”. Probabilmente Richards si riferisce al testo quando afferma che Jagger aveva la canzone pronta. Infatti il pezzo è di matrice strettamente country e in questo periodo è Richards a studiare il genere, quindi è ragionevole pensare che la parte musicale sia opera sua.

Jagger ha anche svelato che l’idea di lasciare da parte alcuni brani era legata ai problemi manageriali del gruppo fra il 1969 e il 1970: “'Exile' è una miscela di frammenti e pezzi avanzati dall’album precedente registrato agli Olympic e che non volevamo dare ad Allen Klein dopo aver rotto con lui: ad esempio pezzi come 'Shine A Light' e 'Sweet Virginia'. Li abbiamo messi insieme con cose un po’ più sporche fatte nel Sud della Francia. 'Exile è' considerato un album registrato interamente lì ma non lo è stato veramente. Abbiamo semplicemente ficcato dentro tutto quello che avevamo”.

Il pianoforte torna nelle mani di Ian Stewart, il cui apporto da musicista è sempre meno necessario, data la presenza del più versatile Nicky Hopkins. Secondo una voce riportata da più parti, una delle voci nei cori del brano sarebbe quella di Gram Parsons. Il musicista americano in effetti ha trascorso diverso tempo a Nellcôte ma Richards ha smentito l’ipotesi di un suo intervento nel brano e anche Taylor ha confermato: “So che si dice che Parsons abbia cantato in 'Sweet Virginia' ma a fare l’accompagnamento vocale sono io, non lui”. Lo stesso Parsons, intervistato dal "Melody Maker" nel 1973, ha negato di avere contribuito alle registrazioni di "Exile": “A Mick e Keith piacevano un paio di mie canzoni e ci siamo divertiti un sacco stando lì insieme a suonare e cazzeggiare. Con gli Stones ho fatto solo quello”.

Tuttavia nel libro "Rolling With The Stones" Wyman elenca Parsons fra i musicisti esterni che hanno partecipato all’album. La possibilità che abbia suonato o cantato qualcosa esiste, e va detto che anche i ricordi dei presenti devono essere presi con il beneficio del dubbio, considerando il caos imperante a Nellcôte e la quantità di droghe e alcolici consumati. Ad esempio, Andy Johns ha raccontato: “Mi ricordo di Gram Parsons seduto in cucina un giorno, mentre noi stavamo sovraincidendo delle voci o qualcosa del genere. Era una situazione folle. Qualcuno era seduto in cucina che sovraincideva una parte di chitarra e c’era gente a tavola che faceva rumore con i piatti e le posate”.

Presente o no sull’album, è fuor di dubbio che Parsons fosse un amico strettissimo di Richards in quel periodo. Il rapporto fra i due si era cementato dal 1968, quando Parsons era un membro dei Byrds. La band stava per partire per un tour in Sudafrica e Parsons chiese a Richards se avesse qualche informazione su quel Paese. Richards gli parlò malissimo del Sudafrica, spiegandogli che gli Stones non avevano mai suonato lì per via della discriminazione razziale. Dopo il consulto con Richards, Parsons mollò i Byrds, che partirono per il Sudafrica senza di lui. Richards e Parsons divennero più o meno inseparabili e il chitarrista degli Stones ricevette dall’amico una vasta educazione in tema di country: “Gram sapeva pezzi che avevo dimenticato o proprio mai sentito. Mi fece conoscere un sacco di musicisti e mi spiegò la differenza tra il modo in cui il country si suonava a Nashville e a Bakersfield, le due scuole, con un sound e un approccio completamente diversi”.

Sfortunatamente, i due hanno condiviso anche abitudini farmacologiche pericolose. Richards: “Non capita spesso di starsene seduti sul letto con qualcuno, andare in crisi d’astinenza insieme e continuare ad andare d’accordo”. Secondo il giornalista Robert Greenfield, la presenza di Parsons a Nellcôte è stata causa di tensione fra Jagger e Richards: “Non riuscivano a scrivere nuove canzoni. Quello che faceva impazzire Mick è che Keith stava seduto tutto il giorno a suonare canzoni country & western con Gram Parsons”.

Non c’è dubbio comunque che l’immersione di Richards nel genere abbia dato buoni risultati, e lo stesso Jagger considera "Sweet Virginia" uno dei momenti migliori di "Exile": “Un pezzo country eccellente”. Richards ha anche raccontato di avere avuto intenzione di farne un singolo “easy listening”: non è solo una battuta, perché negli Stati Uniti l’influente DJ radiofonico Wolfman Jack ha trasmesso spesso il brano nel suo programma sulla stazione KDAY di Los Angeles. Tuttavia l’idea della pubblicazione su singolo è rimasta inattuata. In ogni caso, con i vari riferimenti alle droghe contenuti nel testo, difficilmente avrebbe avuto vita facile con il pubblico da “easy listening”. Solo in Giappone il brano è uscito su singolo, come lato B di "Rocks Off". 

Tratto, per gentile concessione dell'editore, da “Il libro nero dei Rolling Stones”, di Paolo Giovanazzi, Giunti.


 

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