Galea, una giovane voce che guarda alla profondità di Lana Del Rey

La cantautrice canta e suona per Rockol “Soffrire bene”, brano estratto dal suo Ep di debutto “Come gli americani al ballo di fine anno”

“Come gli americani al ballo di fine anno” è il titolo dell’ep di debutto di Galea, giovane cantautrice pugliese, classe 2000. Dopo aver partecipato a X Factor nel 2017, classificandosi tra le prime 12 concorrenti “Under Donna”, ed essere stata tra i 20 semifinalisti di AmaSanremo nel 2021 con il brano "I nostri 20", uscito successivamente i singoli "Diverso" e "Tè" del 2019, l’artista ha pubblicato il suo primo progetto discografico in cui “rimette al centro la sincerità verso se stessi”.

Il disco d’esordio di Galea include cinque canzoni, tra cui “Voglio solo cose belle” con Maggio, il brano presentato al concorso per scegliere i cantanti in gara tra le "Nuove proposte" al Festival, “Ragazzo fuori moda”, “Femminuccia” e “Soffrire bene”. Di quest’ultima canzone Galea ha registrato una versione chitarra e voce per Rockol.

“‘Come gli americani al ballo di fine anno’ è una sorta di dichiarazione di poetica che rimette al centro la sincerità verso se stessi, l’abbandono delle complicazioni inutili e degli intellettualismi spesso autoimposti, il distacco dalla coolness di una vita a tutti costi estetica, a favore di un ritorno a una genuinità che alla base non ha né calcoli né strategie”, ha raccontato a proposito del suo primo Ep la giovane cantautrice, all’anagrafe Claudia Guaglione, le cui canzoni si caratterizzano per la profondità del suo timbro e del suo carattere.

Parlando sempre di “Come gli americani al ballo di fine anno”, prodotto da Antonio Filippelli e ricco di influenze anno ’90 con spunti che guardano alle nuove stelle dell’indie o del pop come Clairo, Beabadobee, Girl in Red, Olivia Rodrigo ma anche alle importanti voci femminile come Lana Del Rey, Galea ha aggiunto: “È in questo senso che la volgarità di una limousine e di un ballo di fine anno negli USA, rappresentano una via d’uscita grazie alla quale ritrovare la propria identità liberamente, in modo indipendente dalle pressioni esterne dei tempi e dei gusti che cambiano e si muovono velocemente, con i quali è sempre più difficile stare al passo, anzi, il rischio è quello di disorientarsi e smarrire se stessi”.

Attraverso la narrazione acuta e sensibile delle cinque canzoni del suo Ep, Claudia racconta la sua generazione, le difficoltà dei ventenni (“I nostri 20”), l’amore giovanile (“Ragazzo fuori moda”), la voglia di libertà d’espressione (“Femminuccia”) e, come nel brano “Soffrire bene”, “l’importanza di abbandonarsi completamente ai sentimenti abbassando le proprie difese, accettando anche il rischio di rimanerci male, perché soffrire in fondo significa essere vivi”.

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