Fortissimo lo era già sulla carta, il cast del Festival di Sanremo 2022. Più che un elenco di artisti in cerca di una vetrina dove promuovere un nuovo progetto o rilanciare un disco già uscito, o di giovani bisognosi di un trampolino di lancio, sembrava una classifica Top of the Music di FIMI. Le canzoni hanno confermato le impressioni della prima ora: mai come quest’anno la kermesse è stata una fotografia nitida del pop italiano, in tutte le sue sfaccettature. È ad alcuni dei big in gara – e alle loro canzoni – che è dedicata questa settimana la copertina della playlist “Italia in viaggio”, che raccoglie i successi del momento.
Di nuovo in gara a distanza di ventuno anni dalla vittoria del 2001 con “Luce (Tramonti a Nord Est)”, Elisa ha portato sul palco dell’Ariston tutta la sua eleganza e la sua raffinatezza: “O forse sei tu”, una ballata dal ritmo ternario con un potente tappeto sonoro che si arricchisce di una partitura d’archi orchestrati dalla stessa cantautrice insieme a Will Medini, arrangiatore e musicista già braccio destro di Gianna Nannini, che ha diretto anche l’orchestra per Elisa durante le serate di Sanremo. Un brano sospeso nel tempo fra passato e presente. Etereo, fa volare la mente, ma è anche concreto nella sua schiettezza testuale: “Forse sei tu, tra le luci di mille città, tra la solita pubblicità quella scusa per farmi un po’ ridere”. È una delle tessere del grande puzzle che sarà il nuovo album della voce di “Eppure sentire”, il doppio “Ritorno al futuro / Back to the future”, metà in italiano e metà in inglese, un lavoro ambizioso che arriva a tre anni da “Diari aperti” e che racchiude le diverse anime di una delle cantautrici più versatili che la musica italiana abbia mai avuto: uscirà il 18 febbraio. Con “O forse sei tu”, dopo il primo passaggio sul palco dell'Ariston, Elisa ha totalizzato in un giorno su Spotify 1.013.000 ascolti: è stato il miglior debutto di sempre per una solista donna in Italia.
Il Festival l’aveva già vinto, tre anni fa: con “Soldi” Mahmood nel 2019 ribaltò tutti i possibili pronostici e arrivò pure a sfiorare la vittoria all’Eurovision Song Contest. Diventato da allora uno degli artisti di riferimento del nuovo pop italiano – la sua penna è richiestissima e non a caso in questi anni ha scritto diversi pezzi anche per altri, da Elodie a Noemi, passando per Francesca Michielin – dopo l’uscita dell’album “Ghettolimpo” il cantautore milanese si è rimesso in gioco. Portando con sé la rivelazione del 2021, volto della “Gen Z” della musica italiana, che si sta prendendo le classifiche: Blanco. 45 Dischi di platino in due, Mahmood e Blanco con “Brividi” sono entrati nel cuore delle persone sin dal primo passaggio sul palco dell’Ariston, puntando su una ballata classica ma al tempo stesso attuale. Due mondi apparentemente distanti ma legati dalla versatilità e dalla forza emotiva della loro scrittura, in cui gli artisti descrivono l’amore da due diversi sguardi che si completano. Da una parte una visione più disillusa, cantata con maggiore consapevolezza da Mahmood, dall’altra l’impulsività e la genuinità di Blanco. Con la bellezza di 3.586.498 streams totalizzati nelle 24 ore successive alla prima esibizione a Sanremo, "Brividi" è entrata a gamba tesa nella classifica quotidiana di Spotify relativa ai brani più ascoltati nel mondo ed è diventata la più ascoltata in Italia sulla piattaforma di streaming in un solo giorno (il precedente record era di Gemitaiz e Madman, che nel 2019 con “Veleno 7” totalizzarono 1,8 milioni di stream).
Sul mix tra classico e contemporaneo ha puntato anche Emma con “Ogni volta è così”. A dieci anni dalla vittoria con “Non è l’inferno” la popstar salentina si è rimessa in gioco all’Ariston con una canzone che musicalmente unisce un sound elettronico a melodie e suoni tradizionali, con un ritornello travolgente. Scritta dalla stessa Emma insieme a Davide Petrella, tra gli autori di punta della new wave italiana, “Ogni volta è così” è prodotta da Dario “Dardust” Faini, un maestro nel mischiare classicità e modernità, come testimonia la sua capacità di spaziare con credibilità da Francesco Renga a Mahmood, da Annalisa a Madame, da Alessandra Amoroso a Irama.
Fino a qualche anno fa uno come lui, che ha chiuso il 2021 da re delle classifiche con un album, “Taxi Driver”, che è risultato essere il più ascoltato e acquistato dell’anno, all’Ariston non ci avrebbe certo messo piede. Almeno non in questa fase della sua carriera. Invece il bello di questo Sanremo è stato che anche un campione dello streaming e delle vendite come Rkomi ha deciso di esserci. Sul palco dell’Ariston il 27enne rapper milanese ha portato “Insuperabile”, un pezzo rap’n’roll che nel sound guarda un po’ a certe cose di Salmo. Il brano va – insieme ad altre tracce bonus - ad arricchire il percorso fatto fin qui, mantenendone inalterato lo spirito, ma portandone le premesse a un livello ulteriore. Se già con la versione originale di “Taxi Driver” Rkomi aveva compiuto una personale metamorfosi artistica, sfoggiando la sicurezza che gli derivava da anni di scrittura nel rap e la freschezza di chi si approcciava per la prima volta al cantautorato, con i nuovi brani perfeziona il suo stile. Le otto tracce contenute nel progetto vantano featuring non scontati e preziosi, che permettono a Rkomi di esplorare ancora più in profondità in ogni anfratto della canzone italiana. Dargen D'Amico, con cui si cimenta in un duetto ricco di nonsense e comicità surreale ("Maleducata"); una reinterpretazione con i Calibro 35 di un classico di Vasco Rossi ("Fegato Fegato spappolato"); i Karakaz, che con le loro chitarre portano una ventata di hard rock che spettinerà l'ascoltatore ("Ho paura di te"); Elodie, perfetta partner in crime per un brano pop dalle ambizioni internazionali ("La coda del diavolo").
A proposito di Dargen D’Amico: era lui il vero alieno del Festival, con la sua “Dove si balla”. Occhiali da sole à la Vasco, attitudine situazionista, una mega hit che ha rischiato di sparigliare ogni pronostico e che ci accompagnerà in radio fino alla fine dell’anno. Con la partecipazione a Sanremo è arrivata anche la notizia dell’uscita di un nuovo album del rapper milanese. Si intitola “Nei sogni nessuno è monogamo” e uscirà il 4 marzo. È il suo decimo album in studio e rappresenta a 360° la musica di Dargen D'Amico, che negli anni ha dimostrato una spiccata e innata capacità di unire i sound e le influenze più eterogenee, da quelle derivanti dalla tradizione cantautorale italiana, a quelle provenienti dalla musica classica ed elettronica, fino a quelle di matrice più dichiaratamente pop. Una penna creativa, fuori dagli schemi, che si muove tra giochi di parole e figure retoriche, in grado di mettere a fuoco vere e proprie immagini che si imprimono nella mente dell'ascoltatore. Nei suoi testi l'artista affronta spesso l'attualità e i problemi quotidiani sdrammatizzandoli e dando loro una chiave più “leggera”.
In mezzo a tante nuove proposte - da Matteo Romano, già star di TikTok con “Concedimi”, all’Ariston ha portato “Virale”, a Tananai e la sua “Sesso occasionale”, passando per Yuman e “Ora e qui” – spicca la storia di Giovanni Truppi. Il cantautore napoletano ha debuttato a Sanremo a 40 anni, dopo dodici anni di carriera e dischi – da “C’è un me dentro di me” a “Poesia e civiltà” – che lo hanno reso uno dei punti di riferimento del cantautorato italiano del circuito cosiddetto indie. Ha portato al Festival “Tuo padre, mia madre, Lucia”, una canzone che condensa le caratteristiche di scrittura del cantautore, la sua capacità di fondere linguaggi musicali diversi e l’inventiva metrica e melodica, mettendole al centro di una nuova sfida musicale: la costruzione di una canzone d’amore in grado di mescolare ruvidità e sentimento, Lucio Battisti e Vasco Rossi, canzone d’autore e spoken word, classicità e sperimentazione. Fa parte di “Tutto l’universo”, il nuovo album, che è in realtà una raccolta contenente una selezione di brani tratti dai lavori incisi fino ad ora.