Cosa resterà degli Anni '90? Un botta e risposta su Twitter tra due protagonisti della scena musicale di quella decade si trasforma in una sorta di riflessione sulle tendenze di quel periodo e sull'eredità che le band e gli artisti del circuito alternativo hanno lasciato ai loro successori. È partito tutto da un tweet di Max Collins della band alternative rock statunitense degli Eve 6, che chiedeva giustizia per i Counting Crows: "I critici degli Anni '90 li detestavano. La verità è che se non ti nascondevi dietro strati di estetica 'cool' e esprimevi vulnerabilità, eri considerato musica spazzatura". Gli ha risposto nientemeno che Steve Albini, uno che la musica degli Anni '90 la conosce bene. Se non altro perché ha contribuito, da produttore, a scriverla, lavorando con - tra gli altri - Nirvana, Pixies e PJ Harvey: "Divertente gioco mentale che eleva la spazzatura, ma questa rimane merda. Un sacco di musica vulnerabile e seria è fatta da band non atroci", ha twittato Albini.
Il produttore, oggi sessantenne, ha poi improvvisato sul suo account una sorta di approfondimento sulla scena musicale degli Anni '90, menzionando una per una le band che facevano musica "vulnerabile e sincera" negli Anni '90, "ma senza dreadlocks" (un riferimento al look di Adam Duritz, il frontman dei Counting Crows): si va dai Palace Music a Kim Deal, passando per i Neurosis, i Libertine, gli Slint, PW Long, tra gli altri.
La contro-replica di Max Collins a Steve Albini non si è fatta attendere: "Hai prodotto un album dei Blush", gli ha ricordato il musicista degli Eve 6. E Albini: "Però andò al numero uno". Collins ha chiosato: "Il metro del giudizio è il successo, adesso? Le stesse persone lo liquidarono come spazzatura".