Otto donne per l'8 marzo: Nancy Sinatra

Profili tratti dal libro "Just like a woman" di Lucio Mazzi

Nancy Sinatra 

Nel 1960, la primogenita di Frank Sinatra, Nancy (1940) era una giovane donna che cantava con poco successo convenzionali canzoncine zuccherose, incarnando anche sui media la figura di sposa ideale (primo matrimonio a 20 anni), perfetta e amorevole. Poi nel ’65 il suo matrimonio perfetto andò in pezzi e Frank chiese al produttore Lee Hazelwood se potesse fare qualcosa per la figlia. Quello che Lee fece fu di dirle di smetterla con le pose da bambolina e di fare uscire quello che davvero aveva dentro: “Adesso basta fare la Nice Lady, canta per i camionisti”. Così nel ’66 apparve una nuova Nancy, sexy, decisa, ammiccante, ma anche con un fondo di ingenuità che la rendeva irresistibile: il suo primo singolo andò sparato al numero 1 e in poco vendette un milione di copie. Si intitolava "These Boots Are Made for Walkin’" e a suo modo era una canzone geniale: la scala discendente che la introduceva prendeva allo stomaco e Hazelwood aveva fatto cantare Nancy in una tonalità più bassa (e sensuale) della sua solita. In più, sul brano venne confezionato un video che fece strabuzzare gli occhi a milioni di maschi americani.


 
Trovata la strada non c’era che da percorrerla: tra i singoli successivi entrati tutti nella top ten, vendette un milione di copie "Sugar Town" e qualcosa di più il duetto con il padre "Somethin’ Stupid".

Di successo in successo (tra cui ricordiamo la particolarissima "Some Velvet Morning" del 1967 ripresa poi dal gruppo psichedelico dei Vanilla Fudge e da molti altri) 

ha attraversato tutti gli anni ’70 e seguendo i consigli del padre, Nancy è riuscita ad ottenere la proprietà di tutto il proprio materiale, video compresi. Non una cosa usuale per un’artista femmina, ma i tempi stavano cambiando e, fortunatamente, si stavano lentamente allontanando quelli del bieco sfruttamento delle grandi blues singer di colore di vent’anni prima.

Questa scheda è tratta dal libro "Just like a woman" di Lucio Mazzi, per gentile concessione dell'autore.

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