Giusto per essere corretti e precisi, "Natale" di Francesco De Gregori non è né una delle sue opere migliori né – tantomeno – una gran canzone di Natale. In essa, infatti, l’Evento è sfondo, è atmosfera.
E allora, direte voi, perché inserirla fra le canzoni da commentare e non «solo» nell’elenco delle tante canzoni più o meno famose legate, magari per l’immaginario collettivo e senza motivi concreti, al Natale?
Perché anche l’atmosfera conta, a Natale. E nel testo di De Gregori è palese quanto la consapevolezza dell’avvicinarsi del 25 dicembre, sia pur scevra da riferimenti religiosi, dia un peso diverso alla vita. Alle sue gioie, alle sue amarezze. Alle sue certezze, alle sue assenze. E perché sono pochi gli artisti che, come De Gregori, sanno dire tanto semplicemente, descrivendo la storia qualunque di una lontananza qualunque, che abbiamo bisogno degli altri.
Specie a Natale, specie quando…
"C’è la luna sui tetti
c’è la notte per strada
le ragazze ritornano in tram
Ci scommetto che nevica
tra due giorni è Natale
ci scommetto dal freddo che fa"
Sono pochi quelli che, senza scivolare nella retorica, raccontano come nell’intimo dell’uomo ci sia bisogno di un «altro». Che per chi crede si fa carne proprio nell’Evento del Natale, cambiando la storia e le prospettive di tutto. E per chi non crede? Lì la faccenda è diversa, certo. Ma non tanto, se anche chi crede, pensando a un amore, un figlio, un padre lontani, sente il peso dell’assenza.
E De Gregori canta questo con una dolcezza «natalizia»: senza dirci se parla di un amore, di un figlio o di un padre perché – forse – parla di noi.
Noi, uomini di fronte al Natale, con umane speranze cui aggrapparci.
Perché la speranza è tutto, e poi la speranza innerva anche il senso profondo del Natale, quella magica attesa dell’Evento. Ed anche se solo un poco, inizia a colorare il mondo anche lei, la speranza. Quando «la gente va veloce» ed «il tempo corre piano», quando «tra due giorni è Natale / e non va bene e non va male», e viene voglia di dire «buonanotte», e poi scappa un «torna presto», e alla fine si firma con un – casuale? – «così sia».
Questo brano è tratto dal libro "Le musiche del Natale" di Andrea Pedrinelli, per gentile concessione dell'autore e dell'editore Ancora.