Addio ad Alan Hawkshaw

Il compositore britannico è morto all’età di 84 per le conseguenze di una polmonite

Alan Hawkshaw, compositore note per aver firmato le sigle di popolari trasmissioni televisive inglesi come “Countdown” e “Grange Hill”, è morto nelle prime ore di ieri, sabato 16 ottobre, nell’ospedale dove era stato ricoverato una settimana fa perché colpito da un’aggressiva forma di polmonite: l’artista, le cui condizioni di salute erano già labili da tempo, lo scorso mese di luglio era stato colpito da un ictus, il quarto tra quelli che aveva accusato negli ultimi anni.

A dare notizia della scomparsa è stata l’agenzia DNA Music Limited, che sui propri canali social ha diffuso un messaggio della moglie di Hawkshawk, Christiane: “E’ stato straziante dirgli addio”, si legge nella nota, “Abbiamo trascorso le ultime ore guardandoci con amore, tenendoci per mano, senza bisogno di parole. Gli ho detto che lui e io eravamo per sempre, e anche se non è stato in grado di parlare negli ultimi due mesi, è riuscito a capire 'per sempre' e sapevo che era in pace”.

“I produttori hip hop in particolare hanno saccheggiato il catalogo di opere di Alan, incluso il più grande di tutti, Jay-Z con ‘Pray’ che è apparso nell'album American Gangster”, si legge nel comunicato: “Alan ci scherzava spesso sopra, dicendo: 'Sono uno degli artisti rap più anziani del mondo’”.

Accanto alle citazioni disseminate in svariate produzioni urban, Hawkshawk incrociò con la propria carriera il mondo del rock e del pop militando negli anni Sessanta nella band di Emile Ford & The Checkmates, con la quale accompagnò in tournée i Rolling Stones: successivamente, negli anni Settanta, si unì per un breve periodo agli Shadows, per poi collaborare con artisti come Olivia Newton-John (per la quale curò l’arrangiamento di “I Honestly Love You”), Barbra Streisand, Tom Jones e David Bowie, con il quale collaborò - in veste di tastierista - per il materiale registrato presso la BBC a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta poi fatto confluire nella raccolta pubblicata nel 2000 “Bowie at the Beeb”.

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