È proprio vero che i rocker sono solo cattivi maestri, guide di perdizione e dolore? Con il suo nuovo libro, in uscita il 14 ottobre, Massimo Cotto compone un "breviario rock" in forma di prontuario filosofico: suggestioni e pillole di saggezza da oltre 150 musicisti di ogni generazione e per ogni gusto.
Per gentile concessione dell'editore Marsilio, anticipiamo qui un florilegio di contenuti selezionati dall'autore.
Una volta ho ascoltato un disco bellissimo: "The Best Of Marcel Marceau", il mimo che ha inventato il moonwalk che poi avrebbe ripreso Michael Jackson. Sono due facciate di 20 minuti l’una, solo che sono 19 minuti di silenzio e uno di applausi. Cosa voglio dire? Che la bellezza te la devi cercare.
Tom Waits
Io credo nel rock come un cattolico praticante crede in Dio. La mia vita è stata salvata dal rock and roll. Lo dico in senso letterale, non metaforico. Facevo l’operaio per sopravvivere, venivo dalla middle class e dal New Jersey, dove tutto era diverso. Poi arrivò Elvis e ci fece capire che il rock and roll poteva essere più grande della vita perché aveva il potere di portare i nostri sogni dove volevamo noi, anche fuori dal nostro piccolo paese. E poi arrivarono i Beatles, a dirci che tutto poteva anche essere gioia, amicizia, eccitazione. Saranno anche stati divorati dalle liti e dalle invidie, ma i Beatles sono stati i primi a introdurre il concetto di band intesa come squadra. Ma noi, noi che venivamo al New Jersey, che cosa potevamo fare? Dopo il successo dei Beatles, in tutto il mondo corsero a formare un gruppo, ma io e Bruce Springsteen eravamo gli unici del New Jersey che ci credessero veramente. Gli altri si divertivano a suonare, ma per noi suonare era un modo per dire: “Aspetta un attimo, esisto anch’io. Ed esisto a modo mio”.
Little Steven
Degli anni Sessanta vorrei riportare in vita il vento nuovo che spazzò via quasi tutto. Non sono un nostalgico e penso che oggi ci sia molta buona musica, anche se penso che quasi nessuno di quelli che suona la chitarra elettrica valga un Hendrix. Però, è innegabile che i fermenti di quel decennio siano state scintille capaci di generare grandi fuochi. La prova è che riascolti quelle vecchie canzoni e non ti rendi conto che sono state scritte quarant’anni fa. Sono fresche, attuali, vere.
Paul McCartney
Questi testi sono tratti da "Rock is the answer" di Massimo Cotto (Marsilio Editore)