Il mondo della musica e del giornalismo ha dato l’ultimo addio a Inge Ginsberg, divenuta popolare nel 2015 presso le platee musicali europee grazie alla sua partecipazione all’Eurovision Song Contest insieme alla death metal band dei Tritone Kings: l’artista è scomparsa all’età di 99 anni in una casa di cura a Zurigo, in Svizzera.
Nata nel 1922 a Vienna in una famiglia di origini ebraiche, Ginsberg fu internata nel campo di concentramento di Dachau nel 1938: sopravvissuta alla persecuzione nazista, riparò a Lugano, dove lavorò sotto copertura per i servizi segreti alleati impegnati nella lotta a Hitler. Terminata la guerra, iniziò a prestare servizio come giornalista presso la testata Weltwoche di Zurigo, per poi trasferirsi prima in Israele e poi in Ecuador e a New York. Da sempre appassionata di musica, Ginsberg iniziò a lavorare come autrice di canzoni già nel 1949 presso la Teldec, per poi passare nel 1955 alla Capitol Records, per la quale - insieme all’allora marito Otto Kollmann - ha firmato brani come “Try Again” (interpretato da Dean Martin).
Presso il pubblico attuale l’artista si è segnalata nel 2014, quando ha preso parte all’Eurovision Song Contest per la Svizzera con il brano “Inge Ginsbergs Song” e ha partecipato all’edizione locale del talent show “Got Talent”:
Pur non riuscendo a superare le tornate eliminatorie preliminari, Ginsberg si presentò nuovamente nel 2016, sempre insieme a TritoneKings - duo composto dai musicisti di formazione classica Lucia Caruso e Pedro da Silva con un nuovo brano, “Trümmer”:
Diventata virale come “nonna dell’heavy metal”, l’artista ebbe l’onore di diventare il soggetto di un breve documentario prodotto dal New York Times nel 2019.