L'università di Bologna, nell'ambito delle celebrazioni per i cinquanta anni del DAMS, ha organizzato un incontro con l'ex membro di C.C.C.P., C.S.I. e PGR Giovanni Lindo Ferretti tenutosi lo scorso martedì 25 maggio. Nell'ora e mezza, tanto è durato il suo intervento, Ferretti ha avuto modo di ricordare la sua esperienza a Bologna e il DAMS negli anni Settanta, trovando il tempo di omaggiare Franco Battiato, il musicista siciliano scomparso lo scorso 18 maggio all'età di 76 anni.
Come riportato da sentireascoltare.com, il 66enne Ferretti raccontando di Bologna e dell'università, lui si iscrisse nel 1972, ha immaginato come avrebbe potuto vivere personalmente la pandemia in quegli anni di importante formazione: "Se io in quegli anni, a quell’età, fossi stato costretto all’immobilità, alla clausura, alle mascherine, al distanziamento sarei morto, sarei deflagrato. Io sono sopravvissuto grazie alla città, grazie alla vita, che è una vita di relazione".
Ha poi continuato ricordando più da vicino la sua triennale esperienza bolognese: "Dopo tre anni ho avuto uno sbilanciamento, per un attimo ho percepito la vita che stavo facendo come la vita di un ghetto, mi sono sentito chiuso in un ghetto: io frequentavo solo persone che la pensavano come me, che si vestivano come me, facevamo tutti le stesse cose. E questo che per tre anni mi aveva dato cose incredibili di colpo l’ho percepito come un limite (…) io non conoscevo nessuno che pensasse cose diverse da me, che facesse una vita diversa dalla mia. E non mi è piaciuto".
Proprio in chiusura ha infine raccontato un episodio accadutogli una ventina di anni fa, eccolo: "Mi vengono ancora le lacrime agli occhi. Sono stato invitato nel 2000 circa ad inaugurare un festival della nazione Zulu in Sudafrica, e la prima sera, prima dell’arrivo di tutto il metal e di tutto quel rock, si comincia con i poeti di corte che cantano le gesta di Shaka Zulu e di tutti i re Zulu e siccome per motivi di vita conosco i guerrieri Zulu e li ho anche portati a Bologna per un avvenimento, sono stato invitato come poeta italiano e quindi ho dovuto esporre al Re, alla casa reale, e a diecimila persone tra il pubblico una idea della poesia italiana e io ci ho pensato e ripensato e ho cominciato così…". Dopo un istante di pausa, Giovanni Lindo Ferretti ha intonato "Aria di rivoluzione", canzone inclusa nell'album di Franco Battiato "Sulle corde di Aries" pubblicato nel 1973. "Questo era Franco Battiato, prima che diventasse famoso, quando era insopportabile. Battiato ci ha preceduto in cielo come sempre sulla Terra".