In una lunga intervista concessa al Corriere della Sera Luciano Ligabue ha ripercorso le vicende più importanti della sua vita - professionale e non solo - spaziando da temi decisamente alti (sui figli e sul diventare genitore dice “Se nella vita devo scegliere, butto dalla torre i concerti”) alla quotidianità dell’ultimo anno passato - come tutti gli italiani - in regime di confinamento (“Ho cucinato tanto: fusilli lunghi, la mia pasta preferita, al pomodoro”).
Alla domanda su quale sia stato l’ultimo concerto visto prima del lockdown, il cantante emiliano ha risposto:
“A settembre 2019, in vacanza in Scozia. Sull’isola di Skye sento da lontano un pezzo dei Waterboys e scopro che era il finale di un loro concerto. Il giorno dopo avrebbero suonato a Glasgow e ho mosso mari e monti per andarci. Ho pianto perché mi sono venuti su trent’anni di carriera: quando stavo registrando il mio primo disco a Milano, l’all-in della mia vita, mi portarono a vederli: per me quello resta il concerto della vita”
Sul primo concerto al quale vorrebbe assistere, la voce di “Balliamo sul mondo” ha spiegato:
“Gli U2: sono un fan, ma l’ultimo tour non mi ha tirato dentro. Voglio farci pace”
Non è mancato un cenno alla sua squadra del cuore, l’Inter, laureatasi la scorsa domenica 2 maggio vincitrice del campionato di Serie A:
“Di recente ho detto no alle musiche per una trasmissione sull’Inter. Niente di più difficile che scrivere un inno. Si rischia la retorica. (...) Se ogni scudetto è bellissimo questo è stato speciale. Con tutte le difficoltà che hanno avuto, si sono messi a fare squadra in tutti i sensi”