Max Gazzé, il nuovo album: “È un’alchimia collettiva”
Un lavoro collettivo che ha dato vita a dieci brani. Il 9 aprile, domani, esce “La matematica dei rami”, frutto di un lungo lavoro che Max Gazzé ha svolto insieme alla Magical Mystery Band”. Il disco fotografa i mesi in studio trascorsi insieme a Daniele Silvestri, Fabio Rondanini, Gabriele Lazzarotti, Duilio Galioto, Daniele Fiaschi e Daniele “il Mafio” Tortora, questi i componenti della Magical Mystery Band che ha coprodotto, insieme allo stesso Gazzè, il nuovo disco e lo ha accompagnato sul palco di Sanremo nella serata delle canzoni d’autore, sulle note di “Del mondo”, brano inserito anche nell’album e prima cover presente in un disco di Gazzè, celebrando così la sua collaborazione con i CSI a inizio carriera. “Un lavoro collettivo con strumenti in mano, nato in un momento in cui il mondo era costretto alla distanza. Mesi intensissimi tra live set e live recording ‘alla vecchia’ e ore piccole di pura passione, risate, armonie e idee a confronto”, racconta il cantautore romano.
Il luogo, o forse la casa comune, è stato il Terminal2Studio, a Roma (lo storico studio di registrazione di Gianluca Vaccaro, ripreso in mano dal progetto della Magical Mystery Band che gli ha ridato una vita artistica e sarà un prossimo polo di produzione e registrazione), e lì ha visto la luce “La matematica dei rami”. “È stato un privilegio lavorare in modo collettivo, in un periodo duro – continua Silvestri – la pandemia invogliava a fare musica da soli, che va benissimo, ma per noi non c’è solo quello”. Fra i pezzi più significativi ci sono “Figlia” e la cover di “Del mondo” dei CSI, proposta anche al Festival di Sanremo. “‘Figlia’ ha una sua consistenza emotiva, affronta un tema, quello della paternità, in modo non banale – dice Gazzé- ‘Del mondo’, già dalle prime note, abbiamo capito che stava nascendo qualcosa di intenso e per quanto fosse una prova per la serata omaggio alla canzone italiana di Sanremo, abbiamo deciso di lasciare la registrazione anche nel disco. Gli stessi autori del brano si sono entusiasmati per questa versione. Sono legato a questo pezzo perché so che per i CSI è un vessillo, è un brano molto forte che in qualche modo può descrivere la sofferenza che stiamo vivendo se guardata con gli occhi di oggi”.
Il disco si chiama “La matematica dei rami” per un motivo preciso. “Si lega a uno studio di Leonardo da Vinci che racconta l’equilibrio e l’armonia con cui crescono i rami di un albero – sottolinea Gazzé – questo permette allo stesso di difendersi dal vento per esempio. È tutto frutto di un’alchimia collettiva, di un’unione di più rami. Ed è così che è nato il disco”.
Guardando al futuro? “Ci devono essere i live questa estate – conclude Gazzé - l'anno scorso serviva una giusta sfacciataggine. Abbiamo fatto live consapevoli che una quindicina di famiglie grazie a questo avrebbe respirato. Gocce nel mare, ma servono anche quelle. Spero che in questo 2021 molti seguano quella strada. Ricordo che fra le migliaia di persone presenti lo scorso anno ai live c'è stato un solo caso di positività. Si poteva trovare una soluzione anche per il chiuso. Se non si dovesse suonare questa estate bisognerà armarsi di pazienza e di polemica, farsi sentire, perché sarebbe inaccettabile”. "Sono certo che Franceschini voglia fare e voglia dire un sacco di cose ma il fatto che non sappia come comincia a diventare ridicolo. Deve ascoltare meglio il settore per capire cosa non deve morire e non deve fermarsi", concliude Silvestri.