UK, per la NTIA ‘impraticabili’ i passaporti vaccinali ai concerti

L’ipotesi di fare ripartire il settore della musica dal vivo con una sorta di passaporto vaccinale che certifichi l’avvenuta immunizzazione o la negatività da Covid-19 del pubblico è già stata accolta dallo stato di New York, ma sta suscitando qualche perplessità oltremanica: contro l’istituzione di un certificato di immunità che dia il libero accesso agli spettacoli di musica dal vivo si è espressa la Night Time Industries Association, associazione di categoria che rappresenta gli operatori dell’industria dell’intrattenimento notturno britannica.
Il buon ritmo impresso dall’amministrazione Johnson alla campagna di vaccinazione non ha convinto il ceo dell’associazione, Michael Kill. “Le ulteriori barriere relative ai certificati di vaccinazione obbligatori per ottenere l'accesso alle attività del settore sono impraticabili e causerebbero ulteriore ansia per gli operatori, creando più ostacoli alle imprese e potenziali conflitti tra personale e clienti”, ha osservato l’ad: “Inoltre, sarebbe un provvedimento discriminatorio, dato che il cuore del nostro mercato - i giovani - non avranno ancora avuto l'opportunità di avere il vaccino nel momento in cui questo programma coinvolgerà il nostro settore”.
Secondo la road map elaborata dal governo di Londra, i live club e le discoteche potrebbero avere il via libera alle riaperture senza distanziamento sociale a partire dal prossimo 21 giugno, data per la quale l’esecutivo di Boris Johnson ha programmato l’ultimo allentamento nelle misure adottate per contenere il contagio da SarS-Cov-2: tuttavia la data indicata per la ripartenza del settore potrebbe essere posticipata in base all’andamento del quadro epidemiologico nazionale.