Francesco De Gregori vuole un 'Ministero del Divertimento' per rilanciare i concerti

Il grande cantautore romano Francesco De Gregori è intervenuto sull’inserto finanziario di Repubblica Affari e Finanza per commentare la situazione della filiera della musica dal vivo. Il settore, osserva l’artista, è ormai bloccato a causa dell’emergenza sanitaria da un anno: a differenza, però, di altri comparti del mondo dello spettacolo come quelli del cinema e del teatro, l’ecosistema del live non gode di contributi statali sistematici, e ha un’imposizione IVA del 22%. Per questo l’artista, provocatoriamente, ha auspicato la nascita di un “Ministero del Divertimento” che possa dedicarsi dei problemi della filiera.
Il blocco delle attività ha costretto alla chiusura locali, venue e agenzie, colpendo migliaia di lavoratori in tutta Italia. La mera riapertura delle attività, per De Gregori, non basta, perché il contingentamento degli ingressi potrebbe rendere insostenibile l’organizzazione degli eventi di dimensioni medio-grandi a livello finanziario:
“Credo che dovremo scordarci per un po' i grandi concerti come li abbiamo fatti e visti fino a un anno fa. (...) È inimmaginabile per ora riempire uno stadio di pubblico, cosa che del resto vale anche per le partite di calcio. Mi auguro però che se la campagna di vaccinazione avrà successo e i contagi si ridurranno come si spera in maniera significativa, si possano questa estate organizzare (ovviamente distanziati, tracciati e tutti con la mascherina), concerti all'aperto nei grandi spazi portando la capienza massima a duemila persone. Al di sotto di questo numero di spettatori paganti sarebbe impossibile per la maggior parte di noi ripartire. E del resto non mi sembra ragionevole stabilire un tetto massimo di 400 persone esteso indiscriminatamente a tutti gli spazi indipendentemente dalla loro dimensione reale. Un conto è fare un concerto al Pantheon e un conto è farlo al Circo Massimo”