Il chitarrista della E-Street Band di Bruce Springsteen Steven Van Zandt è stato intervista da Andrea Laffranchi del Corriere della Sera in occasione dell’uscita di “Macca to Mecca”, live album che documenta l’esibizione del progetto solista del chitarrista americano - i Disciples of Soul - al Cavern Club, lo storico locale di Liverpool che vide i Beatles muovere i primi passi.
A margine delle considerazioni sulla sua nuova pubblicazione l’artista si è espresso anche in merito al (discusso) progetto di abbattere lo stadio Meazza di San Siro, una delle venue preferite dal Boss e tappa immancabile nel tour mondiali che il rocker del New Jersey ha intrapreso - e intraprenderà - con la E-Street Band:
“[A San Siro] Arriveremo, ma ho letto che lo vogliono abbattere. Non può accadere, sarebbe terribile. A renderlo diverso anzitutto è la gente, i fan... sono incredibili ovunque ma a Milano un po’ più matti. Ma uno dei motivi per cui è così bello è la sua configurazione: si suona sul lato lungo e quindi il fondo della platea è più vicina del solito. E poi è anche più alto. Tutto questo lo rende più intenso, come se fosse un grande teatro. Se ci sarà un altro posto ci andremo, ma non sopporto quando un posto leggendario e sacro viene distrutto”
Little Steven ha colto l’occasione anche per commentare lo stato dell’industria musicale attuale:
“Non si vendono più dischi. Ci saranno cinque artisti che vendono, Beyoncè, Taylor Swift e qualcuno dell’hip hop. Il rock non vende più”