Spagna, il rapper Hasél condannato alla prigione per insulti ai reali iberici

In Spagna, come riporta Francesco Olivo del quotidiano La Stampa, il rapper catalano Pablo Rivadulla Duro, in arte Hasél deve presentarsi in carcere dopo essere stato condannato con l'accusa di 'esaltazione del terrorismo e ingiurie alla Corona e alle istituzioni dello Stato'.
Nei testi delle sue canzoni Hasel ci va giù piatto e insulta i membri della casa reale e i politici iberici. Il caso in Spagna è materia da maneggiare con cura da parte del governo che infatti sta lavorando a una riforma delle leggi relative al vilipendio. Quello di Hasél, in Spagna, non è il primo caso nel quale si utilizza il codice penale a favore della censura.
Per portare un esempio, un altro rapper spagnolo, Valtonyc, dopo essersi augurato 'la fucilazione dei Borbone', avere esaltato le azioni dell'Eta e (giusto per non farsi mancare nulla) inneggiato alla morte di chi veste la divisa della polizia, è dovuto riparare in Belgio per evitare di essere chiuso in una prigione e tuttora rimane al di fuori dei confini spagnoli.
Ma non solo i musicisti si sono ritrovati a fare i conti con la mannaia della censura e con i giudici dei tribunali. L'attore Willy Toledo è stato infatti processato per alcune frasi che 'offendevano il sentimento religioso'. La Ong Free Muse, che si batte per la libertà di espressione, nel 2019 ha contato ben quattordici casi di artisti condannati in Spagna, il numero più alto in Europa.
Il mondo della cultura iberico ha promosso un manifesto di condanna, firmato da oltre duecento artisti, tra i quali i più rappresentativi sono il regista Pedro Almodóvar, l'attore Javier Bardem e il cantante Joan Manuel Serrat. Nel manifesto viene riportato: 'La persecuzioni a rapper, utenti di Twitter, giornalisti, così come altri rappresentanti del mondo della cultura e dell'arte che esercitano il proprio diritto alla libertà di espressione sono diventate purtroppo una costante nel nostro Paese'.