Kiss, Gene Simmons non si ferma più: "Lo streaming ha ucciso il rock"

Il bassista dei Kiss Gene Simmons ha dato per morto il rock per l'ennesima volta in un'intervista concessa alla stazione di New York Q104.3. Il genere, secondo Simmons, ha smesso di essere un riferimento già dagli anni '80, salvo rare eccezioni, e con il tempo ha dovuto cedere sempre di più il passo a generi come l'hip hop o il pop che lo hanno quasi totalmente spazzato via dal mainstream. La tematica del 'rock è morto' è sempre attuale e Simmons sostiene questa tesi già da tempo.
Quando l'intervistatore Jonathan Clarke ha chiesto al "demone" dei Kiss se intendeva dire che il rock è morto in termini di numeri e di passaggi radiofonici, Simmons ha risposto: "Intendo che è morto in tutti i sensi e i responsabili sono i giovani fan. Avete ucciso la cosa che amate perché, .nel momento in cui è arrivato lo streaming, avete spazzato via le possibilità per nuove, grandi band che sono nell'ombra e che non possono lasciare i loro lavori di tutti i giorni perché non guadagnerebbero un centesimo dal fare musica".
Secondo Simmons, quindi, il motivo principale per cui il rock ha perso terreno rispetto ad altri generi è che i cantautori sono i più penalizzati dall'avvento della musica in digitale: "Quando scarichi qualcosa è un centesimo, di un centesimo che arriva all'artista, quindi ti servono milioni, milioni e miliardi di download per riuscire a ricavare un po' di soldi. Gli assassini sono i fan e il business è morto". Poi prosegue: "Facciamo un gioco - ha detto il bassista dei Kiss - dal 1958 al 1988, 30 anni, in quel tempo sono usciti Elvis, i Beatles, Hendrix, i Rolling Stones e migliaia di altre band. C'erano Bowie, Prince, gli U2, forse noi, gli AC/DC i Metallica. Per quanto riguarda gli altri generi avevi Madonna, la Motown. Dal 1988 ad oggi chi sono i nuovi Beatles? E sono passati più di 30 anni!".