Jon Bon Jovi e 'Livin' on a Prayer': "Ha comprato la casa a molte persone"

In una intervista concessa al quotidiano britannico The Guardian il rocker statunitense Jon Bon Jovi ha dichiarato di tenere lontano dalle mura domestiche e dalla sua vita familiare i lustrini abbaglianti del rock. Ma ha parlato anche, tra le altre cose, di Donald Trump e della hit dei Bon Jovi "Livin' on a Prayer".
Il 58enne frontman dei Bon Jovi, che ha quattro figli di un'età compresa tra i 16 e i 27 anni con la moglie Dorothea, ha dichiarato di condurre un'esistenza relativamente normale fuori dal palco, nonostante l'indubbia fama acquisita in oltre trentacinque anni di una carriera baciata dal successo.
Per avvalorare la sua tesi ha dichiarato: "I miei figli più piccoli non erano nemmeno certi di ciò che facessi. La mia vita è molto più normale di quanto si possa immaginare. In casa mia non ci sono dischi di platino appesi da nessuna parte. I simboli delle celebrità del rock non sono mai entrati in casa mia."
Ricordando invece "Livin' on a Prayer", forse la canzone più famosa dei Bon Jovi, ricorda: “Quella canzone, che Dio la benedica.
Ma mio Dio, chi lo poteva sapere? Non noi, te lo assicuro. È venuta fuori un giorno in cui nessuno di noi aveva delle idee, abbiamo avuto una conversazione ed è venuta fuori. Sono sicuro che ci sia il mio nome sopra!". Quando la scrisse, insieme al chitarrista Richie Sambora (ora uscito dai Bon Jovi), Jon non aveva idea che avrebbe avuto un successo di tale portata. "Ricordo di essere uscito dalla stanza con Richie e di avere detto, 'E' ok. Forse dovremmo piazzarla nella colonna sonora di un film'. Richie mi guardò e disse, 'Sei un idiota, è davvero buona'. Gli risposi, 'Non so dove va'. Ma non aveva ancora quella linea di basso boom boom boom, quindi suonava più come i Clash." Il giornalista del Guardian allora gli domanda se con quella ci ha comprato una casa. Bon Jovi, incredulo e divertito, ha risposto: "Ha comprato case a molte persone.".
Nella discussione ha trovato spazio anche la politica: "Ci sono persone che salgono sul palco con me che vedono le cose in modo diverso, ma non lascio che le nostre differenze si frappongano tra noi. Non ho mai voluto diventare prigioniero del palco. Il modo in cui vivo la mia vita dipende da me."
Jon Bon Jovi ha eseguito una cover di "Here Comes The Sun" dei Beatles nell'evento 'Celebrating America' per festeggiare l'insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden e ha ammesso: "Non ho mai sentito così forte il bisogno di cantare una canzone. È stato catartico". Chiestogli quindi se avrebbe permesso a Donald Trump di usare la sua musica per le sue campagne elettorali, ha risposto prontamente: “No! No no no! Siamo totalmente in disaccordo su ogni questione, da come ha gestito la crisi del Covid all'immigrazione, all'accordo di Parigi, su tutto! No! No!".
In passato, esattamente nel 2014, Bon Jovi ebbe direttamente a che fare - e non fu piacevole - con Donald Trump. Quest'ultimo, sostiene il musicista del New Jersey, avrebbe orchestrato una campagna diffamatoria contro di lui per fare sì che non riuscisse ad acquistare la squadra di football dei Buffalo Bills. A quel proposito ha ricordato: "Rimasi davvero scioccato da quanto andò in profondità. Non era nemmeno qualificato ad acquistare la squadra, perché si doveva presentare la dichiarazione dei redditi e lui non presentò mai la documentazione. Invece, tramò nell'ombra, sperando di acquistare la squadra a un prezzo scontato. Ma io non riuscivo a comprendere come venisse diffusa questa disinformazione."