Sanremo 2021, AFI chiede un protocollo di sicurezza

AFI, l’Associazione Fonografici Italiani, ha formalmente domandato alle istituzioni un protocollo perché la prossima edizione del Festival di Sanremo - confermata tra i prossimi 2 e 6 marzo - possa svolgersi in sicurezza: “Chiediamo al ministro Speranza e al Comitato Tecnico Scientifico di intervenire quanto prima per definire le linee guida necessarie a garantire la sicurezza sanitaria del Festival di Sanremo”, ha spiegato in una nota il presidente di AFI Sergio Cerruti, “La scelta di confermare la kermesse per il prossimo mese di marzo, senza un chiaro protocollo, è eticamente sbagliata. Non si può rischiare con la salute delle persone”.
“Con una pandemia di questa portata sarebbe stato opportuno posticipare il Festival nei mesi estivi o a settembre, in considerazione del fatto che non sono state ancora individuate le procedure per garantire la salute di tutti gli artisti, degli operatori e del pubblico in sala”, ha proseguito Cerruti: “Che cosa succederebbe se un cantante si dovesse ammalare? Chi ne risponde? La Rai è un servizio pubblico e non può avere autonomia di scelta su una manifestazione come il Festival, durante una pandemia che, a marzo, non sarà finita, anzi già si teme la terza ondata”.
“Si pensi poi che lo spettacolo si terrà all’interno dell’Ariston, che è un teatro, non si capisce perché dovrebbe far eccezione rispetto alle regole previste a livello nazionale”, ha concluso il presidente di AFI: “Se è vero che il CTS può intervenire esclusivamente previa richiesta del Ministro, chiediamo a quest’ultimo di pronunciarsi quanto prima per definire delle regole certe”.
La richiesta dell’Associazione Fonografici Italiani è da inquadrare in un’azione congiunta delle tre principali associazioni di categoria discografiche italiane - FIMI, PMI e la stessa AFI - mirata a ottenere dal Ministro della Salute Roberto Speranza, dal Commissario Straordinario per l’emergenza COVID-19 Domenico Arcuri e all’Amministratore Delegato RAI Fabrizio Salini risposte in merito alle procedure di sicurezza da applicare per l’organizzazione dell’edizione 2021 del Festival della Canzone Italiana.
Una presa di posizione analoga era già stata espressa a Rockol lo scorso 8 gennaio dal ceo di FIMI Enzo Mazza, che aveva lamentato la mancanza di un progetto volto alla messa in sicurezza di artisti e maestranze che saranno coinvolte nella prossima edizione della manifestazione.