Se il ritorno del live passa dai vaccini...

Che relazione positiva è possibile creare tra concerti e festival da un lato e processi di vaccinazione contro il covid dall'altro? Qualche esempio comincia ad affiorare in Europa, in seguito alle positive notizie sull'efficacia dei vaccini di Pfizer e di Moderna e all'inizio imminente della somministrazione dei vaccini stessi - nel Regno Unito da questa settimana, in Europa e Stati Uniti a partire dalla fine di dicembre.
In Belgio è attiva la FFMWB (Fédération des Festivals de Musique Wallonie-Bruxelles), un'associazione formatasi di recente in Vallonia e che conta 11 membri, tra cui Brussels Summer Festival, Les Francofolies de Spa, Les Nuits Botanique. In uno dei territori del Vecchio Continente che maggiormente ha accusato la profondità e la pericolosità del tasso di contagio, questa associazione di organizzatori di festival ha comunicato di avere messo a disposizione dello stato i servizi ed i luoghi dei suoi membri per contribuire a raggiungere l'obiettivo di vaccinare 8 milioni di individui, pari al 70% della popolazione belga.
In una dichiarazione ufficiale Damien Dufrasne, presidente della FFMWB e responsabile del festival di Dour, ha affermato:
“Il nostro settore è restato in stallo per diversi mesi e i componenti dei nostri staff sono impazienti di condividere la loro creatività e la loro dedizione per combattere il coronavirus” .
La conversione temporanea di luoghi dedicati agli eventi in centri di vaccinazione - stadi in primis, essendo dotati di strutture che, pur all'aperto, consentono di organizzare afflussi con distanziamento - è un fenomeno che ovviamente riguarda anche lo sport e che ha il potenziale per propagarsi con una certa rapidità.
La tedesca Merkur Spiel-Arena, lo stadio del Fortuna Dusseldorf che accoglie fino a 66.500 spettatori e che è gestito dalla D.Live, ha anch'essa annunciato la disponibilità a ospitare le vaccinazioni contro il covid, che potrebbero essere praticate ad un ritmo minimo di 2.400 al giorno.
Nel frattempo anche nel Regno Unito un contributo di natura complementare è in arrivo dal mondo del calcio: qui lo STIG (Sports Technology and Innovation Group), introdotto in settembre dal governo britannico per identificare soluzioni tecnologiche per il ritorno sicuro dei tifosi negli stadi, ha stilato delle linee-guida che coprono l'intero percorso dall'acquisto del biglietto alla comunicazione post-evento, incluso un processo in 10 fasi che contempla anche la valutazione dello stato di rischio del fan, dalla dichiarazione e auto-certificazione del suo stato di salute ai mezzi di trasporto che prevede di utilizzare per recarsi nel luogo dell'evento.
Ci aspettiamo che qualcosa di simile - ma anche di diverso, purchè utile - possa accadere presto anche in Italia, in qualsiasi modo, magari senza attendere iniziative e delibere del MIBACT.