MiBACT: ‘L’Europa si doti di una piattaforma digitale per la cultura’

Il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini ha fatto appello ai suoi colleghi degli stati membri della UE affinché l’Europa si doti di una piattaforma digitale atta a promuovere i contenuti culturali dell’Unione.
“L’Europa intera è il più grande produttore di contenuti culturali”, ha spiegato Franceschini nel corso di un incontro in videoconferenza con i ministri della cultura europei: “In un contesto sempre più digitale, accelerato dalla pandemia, è venuto il momento di costruire una piattaforma comunitaria che offra la cultura europea on line. Noi l’abbiamo fatto in Italia, finanziando con 10 milioni di euro una piattaforma pubblica che partirà nei prossimi mesi che offrirà tutta la cultura italiana on line: prosa, teatro, danza, musica, concerti. Ma è evidente che tutt’altra forza deriverebbe dalla scelta dell’Unione europea di costruire una piattaforma che offra la cultura europea, capace di farci confrontare con i giganti della rete”.
“L’epidemia ha fatto capire ai decisori politici quello che noi ministri della cultura sapevamo già molto bene: la centralità delle politiche culturali nel processo di integrazione europea e le opportunità incredibili che porta con sé l’investimento in cultura”, ha proseguito il Ministro: “Adesso è il momento di far diventare la cultura centrale nelle scelte politiche dell’Unione Europea. In questi mesi abbiamo aiutato i nostri artisti e le nostre istituzioni e industrie creative a superare l’emergenza. E’ importante in tal senso il significativo incremento delle risorse del programma Europa Creativa. Ora è importante impegnarsi sul Recovery, fare in modo che la cultura sia centrale nelle scelte nazionali sull’impiego di queste risorse”.
Nel frattempo sta facendo discutere la trattativa - riferita da Il Messaggero - tra il MiBACT e Chili per la creazione di una piattaforma digitale italiana: la “Netflix della cultura”, come l’aveva battezzata lo stesso Franceschini, verrebbe gestita da una newco partecipata da Cassa Depositi e Prestiti al 51% (con un investimento di 9 milioni di euro) e la la società milanese guidata da Giorgio Tacchia, che sarebbe pronta a investire la stessa cifra: il Ministero, dal canto suo, parteciperebbe all’operazione con 10 milioni di euro ottenuti per mezzo del Recovery Fund.
La soluzione, che escluderebbe la piattaforma del servizio pubblico già attiva - RaiPlay - è stata contestata da Riccardo Laganà, rappresentate dei dipendenti dell’emittente di stato nel cda dell’emittente di stato: “Sarebbe assurdo rimanere indietro rispetto a questa operazione, posta l'utilità della stessa”, ha spiegato Laganà a Fanpage, chiedendo che “l’idea venga ricondotta anche nel prossimo CdA del 14 dicembre, considerando il valore di RaiPlay come piattaforma nella quale si potrebbero destinare i contenuti veicolati dal ministero”.