Anche le indie puntano sui cataloghi: il caso Matador

Lo sfruttamento dei cataloghi, specie quelli la cui popolarità presso il pubblico è considerata consolidata, non è più prerogativa esclusiva di major e agenzie specializzate - magari supportate da fondi di investimento speculativo: la Matador, storica etichetta indipendente oggi controllata dal Beggars Group, ha fatto sapere di aver acquisito i diritti a livello globale di Pavement, Interpol e Spoon, tre delle band chiave presenti nel roster della label.
“Questa operazione segna l’ultimo stadio del rapporto tra l’etichetta e i suoi artisti, che dura ormai da più di venticinque anni e rispecchia un interesse strategico nei confronti del proprio catalogo, che include alcuni degli artisti di estrazione rock più influenti degli ultimi trent’anni”, ha spiegato la Matador in una nota.
L’etichetta fu fondata a New York City nel 1989 da Chris Lombardi: a inizio anni Novanta la sigla iniziò a mettersi pubblicando - nel 1992 - il disco di debutto dei Pavement, “Slanted and Enchanted”, considerato una delle pietre miliari dell’indie a stelle e strisce, al quale seguiro gli album di - tra gli altri - Liz Phair (che con “Exile in Guyville” ottenne anche un buon successo commerciale), M. Ward, Sleater-Kinney, Modest Mouse, Yo La Tengo, Cat Power e Pizzicato Five. Nel 1996 la Capitol acquisì il 49% delle quote dell’etichetta, che il fondatore e il suo socio Gerard Cosloy ricomprarono tre anni dopo. Nel 2002 il Beggars Group entrò in possesso del 50% delle azioni della Matador, rilevando le operazioni della società a livello internazionale.